Una matrioska è una bambola di legno dalle fattezze femminili che contiene al suo interno versioni di sé sempre più piccole, una dentro l’altra, quasi in un ripetersi continuo. La Russia non c’entra nulla con il corto Matriochkas (2019), disponibile gratuitamente su arte.tv, ma l’immagine del giocattolo russo, che dà il titolo al terzo breve lavoro di Bérangère McNeese, rende bene l’idea del film: una donna che ne genera un’altra, che a sua volta ne genera un’altra, e così via, all’infinito. O almeno fino a quando una di loro non decide di spezzare la catena, di interrompere il ciclo.

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Matriochkas (2019) scena

Matriochkas si concentra sul rapporto tra due donne, la sedicenne Anna e la giovane mamma Rebecca, e lo fa in un momento particolare della loro relazione, cioè quando Anna, che ha iniziato a esplorare se stessa e la propria sessualità, scopre di essere incinta. Rebecca, esperienza da ragazza madre single alle spalle, sostiene la figlia, le dà il massimo supporto. Ma una dottoressa insinua nella scombussolata e impaurita adolescente un dubbio, la possibilità di una scelta diversa: c’è ancora tempo per abortire. Cosa fare? Seguire le orme della madre, ri-mettere in scena la sua vita, oppure sceglierne un’altra, nuova?

Bérangère McNeese
Le viol - Cronaca di uno stupro (2017) Bérangère McNeese

Attrice da giovanissima (ha recitato poi in Tutta colpa del vulcano, Raw, French Connection, Allons Enfants, Masquerade...), la regista belga-americana, classe 1989, nel suo terzo corto tratta anche di aborto senza essere “un film sull’aborto”. Quello che interessa a McNeese, infatti, è «parlare di esperienze femminili, ma anche di zone grigie, problematiche. Siamo costituiti da così tante sfumature che trovo che le storie che raccontiamo debbano essere altrettanto sfumate».
Matriochkas sonda allora i movimenti interiori della sua protagonista (la brava Héloïse Volle, spavalda come una delle Spring breakers di Harmony Korine, emotivamente intensa come la Tara di How to Have Sex), ma non punta il dito contro niente e nessuno (molto lontano, da questo punto di vista, da film dichiaratamente impegnati, necessariamente di denuncia come Mai raramente a volte sempre e La scelta di Anne - L’événement, più dalle parti, allora, di Juno o Ninjababy).

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Matriochkas

Qui non ci sono personaggi buoni e cattivi, e anche la madre Rebecca non è mai “la villain” della situazione, ma solo una sfumatura di donna possibile, quasi un ibrido tra la ruvida Zoë di Wasp e la scapestrata Halley di Un sogno chiamato Florida (a proposito, la regista cita proprio Andrea Arnold e Sean Baker tra i cineasti che la hanno influenzata maggiormente).

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Matriochkas

Al centro del mondo di Bérangère McNeese restano però le donne, nei loro molteplici modi di essere: tante matrioske, ma ognuna diversa dall’altra, come nel primo corto Le sommeil des Amazones (a pagamento su Vimeo), che racconta di una piccola tribù-famiglia al femminile, ne descrive la sorellanza, quella rete di reciproco intendersi e accogliersi (per una sisterhood profondissima e dai contorni quasi magici urge recuperare il bel documentario Smoke Sauna - I segreti della sorellanza, a cui è dedicato il numero 123 della newsletter Singolare, femminile); proprio dall’idea del corto d’esordio la regista sta sviluppando il suo primo lungometraggio, Filles du ciel, ancora una volta dalla parte delle ragazze.

Autore

Giulia Bona

Giulia Bona è nata a Voghera e ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere moderne e Studi cinematografici con una tesi su Agnès Varda e il riciclaggio creativo. Riempiva quaderni di storie e pensieri, dava inchiostro alla sua penna sul giornalino della scuola, ora scrive per Film Tv. Ama leggere, i sentieri di montagna, la focaccia e sorride quando vede un cane.

Il film

locandina Matriochkas

Matriochkas

Cortometraggio - Belgio 2019 - durata 24’

Titolo originale: Matriochkas

Regia: Bérangère Mc Neese

Con Héloïse Volle, Victoire Du Bois, Guillaume Duhesme, Louis Durant, Abdelkrim Chaouch, David Faure