«Il tempo è un cerchio piatto», certo, ma cosa succede invece quando si ferma? Come a Ennis, Alaska, per esempio, nelle settimane a cavallo del solstizio d’inverno, quando tutto sprofonda in una notte ininterrotta: come si sopravvive a un’alba che non arriva mai? L’ambientazione è uno dei maggiori punti di forza di questa quarta e imprevista stagione della serie cult creata nel 2014 da Nic Pizzolatto (il quale, qui escluso da ogni mansione creativa, si è tenuto il titolo e l’assegno da executive producer per poi irridere pubblicamente lo show sui social), affidata in toto, per regia e scrittura, alla cineasta messicana Issa López e fortemente voluta da HBO (l’autrice aveva inizialmente proposto un pitch indipendente, che il network le ha chiesto di ripensare come parte del franchise True Detective).
Il buio e il gelo della fittizia (ma plausibile) Ennis non danno tregua, non allo spettatore, immerso in un continuum spaziotemporale in cui le didascalie che scandiscono il passare dei giorni diventano presto unica ancora di salvezza, e non ai personaggi, soprattutto alle true detective di quest’annata, la capa della polizia Liz Danvers (un’impeccabile Jodie Foster nella sua miglior versione di Clint Eastwood) e la poliziotta Evangeline Navarro (Kali Reis, ex boxeur passata, con talento, alla recitazione; il cast è l’altro grande valore aggiunto, comprendendo pure una memorabile Fiona Shaw).
Come da tradizione dello show, sono tipi umani antitetici, nessuno dei due particolarmente gradevole: coriacea e dispotica la prima, impulsiva e violenta la seconda, l’opposizione filosofica che divideva gli Hart e Cohle della prima annata (razionalità vs spiritualità nichilista) è qui più che altro qualcosa che le due subiscono loro malgrado, tormentate da traumi passati (la morte del figlio in un incidente per Danvers) e presenti (i problemi psicologici della sorella di Navarro, che sembrano scorrere nel patrimonio genetico di famiglia). E il caso da sbrogliare in quest’annata sono in realtà due: la morte agghiacciante (ehm...) e misteriosissima dei sei scienziati della stazione di ricerca TSALAL, trovati nella tundra nudi, aggrovigliati, letteralmente congelati dal terrore, e il barbarico omicidio di Annie K., un’attivista della predominante comunità inupiaq, impegnata a guidare le proteste contro la miniera che avvelena Ennis, e massacrata qualche anno prima da un colpevole mai trovato.
Fin dai richiami più scoperti - da La cosa a X Files - è chiaro da subito quanto questa stagione decida di forzare il più possibile il confine tra poliziesco e horror, tra razionalizzabile e soprannaturale, sfruttando al meglio, appunto, il setting artico inedito. Come già nella prima stagione, anche se indubbiamente con meno equilibrio ed eleganza; ma a indebolire Night Country, più che il confronto con, è l’infuenza del glorioso predecessore, grazie alla quale sono proliferati nell’ultimo decennio i drammi polizieschi costruiti più sull’atmosfera e lo scavo nei personaggi di investigatori tormentati che sulla forza dell’indagine. Eppure, sepolta sotto i ghiacci, un’inquietudine rimane: che sia la minaccia in procinto di risvegliarsi di un potere antico, o quella tangibile, rapace e apparentemente invincibile, di quello odierno.
La serie tv
True Detective
Giallo - USA 2014 - durata 59’
Titolo originale: True Detective
Creato da: Issa López, Nic Pizzolatto
Regia: Cary Fukunaga
Con Matthew McConaughey, Mahershala Ali, Mariano 'Big Dawg' Mendoza, Dwayne Johnson, Colin Farrell, Eva Gabriel
in streaming: su Sky Go Now TV Microsoft Store
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