Un giorno alla volta

Per chiunque abbia letto il bestseller di David Nicholls Un giorno (Neri Pozza), il 15 luglio ha sapore inesorabilmente mélo: è in quella data (il giorno di San Svitino: se piove, pioverà per il resto dell’estate) che Emma Morley e Dexter Mayhew si conoscono, ed è in quella data che, per vent’anni, li incontriamo, un capitolo dopo l’altro. Che si amino è chiaro da subito, ma la vita, lo scarso tempismo, le differenze di classe, e soprattutto il fatto che stiano ancora trovando la propria identità rendono il tutto molto complicato, dando vita a un lunghissimo, struggente e a tratti esilarante romanzo di formazione duplice, in cui ogni 15 luglio li ritroviamo - con partner, case e tagli di capelli differenti -, legati perfino quando separati da chilometri e silenzio.

Già trasposto per il grande schermo in un (quasi) instant movie inerte di Lone Scherfig, One Day trova nel formato seriale la dimensione ideale: ogni puntata è un nuovo 15 luglio, per 14 volte, lunghezza anomala per una miniserie, ma proprio la durata extra large riesce a fare con grazia ciò che molte serie non possono permettersi; costruire ampi, complessi e credibili archi di trasformazione dei personaggi. Che brillano, stavolta, di due interpretazioni ottime: Ambika Mod (già giovane medico in This Is Going to Hurt) e Leo Woodall (già seducente truffatore in The White Lotus) sono gli Em & Dex perfetti, a loro agio col ritmo brillante di Nicholls (che co-firma lo script) e con palpabile chimica, filmata dalla squadra di registi con complicità epidermica verso l’estenuante, sensuale danza di avvicinamenti e fughe. Feuilleton sentimentale onesto e toccante, farà ricadere molti nell’ormai perduta abitudine del binge watching.

La serie tv