“L’amore è la cosa migliore che abbiamo. Anzi, tolte le cose inutili forse l’amore è l’unica cosa che ci rimane”. A una miniserie di drammi romantici che inizia così, senza nemmeno presentarsi, cosa le vuoi dire? Grazie per l’intensità, ché ogni tanto è una valida alternativa alla spensieratezza; soprattutto in un mondo in cui l’eccesso di leggerezza narcisistica ci ha spinti ben oltre il menefreghismo e il nichilismo, al di là della sedazione, vicini al coma vigile mentre il nostro piccolo universo affonda come Venezia e Giacarta messe insieme. Qua in Alice and Jack, miniserie british pettinata e rigorosa voluta da Channel 4 e PBS, di leggerezza se ne trova poca. Quando un amore brucia talmente tanto da rischiare di diventare tossico, nemmeno le spalle comiche possono pensare di risollevare l’umore. Soprattutto se i due eponimi protagonisti sono interpretati da attori corazzati come Andrea Riseborough e Domhnall Gleeson.

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Alice & Jack

Jack è un pennone dinoccolato, rosso e scozzese, che di mestiere fa il ricercatore biomedico ed è abbastanza teneramente piantato a terra da ammettere di fare quel mestiere qui non per la gloria o per i soldi, ma neanche per sentirsi dire “eroe” o per essere ricordato; lo fa perché è una cosa buona da fare con cura, e ogni lavoro fatto bene – anche se non è memorabile e non ha un diretto tornaconto personale – aiuta a gettare un briciolo di armonia nell’oceano dell’entropia. Jack non ha troppa paura dei propri sentimenti, è in discreto contatto con se stesso e non teme il rifiuto quando mantiene la promessa fatta e scrive ad Alice: prima di essere cortesemente invitato all’uscio dopo il loro breve ma interessante appuntamento biblico procacciato su un’apposita applicazione, a Jack è stato esplicitamente detto di non scrivere; ma gli è stato anche detto che è un uomo dolce, premuroso, bravo a letto e di bell’aspetto, oltre a essere stato congedato con un abbraccio di quelli belli e intensi. Jack, dunque, non teme di buttarsi e forse non teme nemmeno di essere rimbalzato, e scrive.

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Alice & Jack

Alice è una donna dalla parlantina possente e stringente, dà l’idea di essere molto sicura di sé ed è di gran successo nell’ambito finanziario che si è scelta per fare più soldi il più in fretta possibile senza pensare troppo a tutto il resto. Sembra una di quelle persone che evitano di affezionarsi perché i sentimenti troppo forti distolgono l’attenzione dal raggiungimento della soddisfazione personale; e poi le pene d’amore fanno schifo, meglio rifiutare prima di essere rifiutati. È lei a gestire il gioco dell’appuntamento concordato via app. È lei a valutare che Jack funge allo scopo di una gradevole botta e via, senza stare tanto a riflettere su un possibile prosieguo della relazione. Ma è anche lei a bramare il messaggio che ha esplicitamente detto a Jack di non mandare; e quando il messaggio arriva è sempre lei a dissociarsi dalla vera se stessa, cancellando la conversazione e, sembrerebbe, scegliendo di rinunziare a un possibile approfondimento della conoscenza con il cucciolo di Jack. Il quale, portate pazienza, sarà anche quello maturo, posato, non timoroso dei propri sentimenti, equilibrato e coraggioso, ma è umano pure lui e prende il rifiuto facendosi mogio mogio tipo Charlie Brown, spegnendo con mestizia mista a sconforto le luci del laboratorio e facendosi crescere in maniera disordinata la barba.

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Alice & Jack

Tre mesi più tardi, però, Jack fa un’importante scoperta al lavoro ed essendo la bella persona che è, vorrebbe subito condividere la buona notizia con qualcuno di significativo. Istintivamente chiama Alice, che risponde e gli propone di rivedersi. Nonostante le differenze di personalità e di percorso di vita, i due sembrano capirsi alla perfezione. Colgono entrambi il sottinteso che c’è nella persona che hanno di fronte. Tutti e due sanno che quello che è scintillato tra di loro non è la solita storia, non è solo chimica. Potrebbe essere corrispondenza d’amorosi sensi? Potrebbe essere meteorismo e/o costipazione?

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Alice & Jack

Ed è con queste domande esistenziali, punteggiate da un bacio romantico nella vasca da bagno tutti vestiti e bagnati, che si chiude il primo atto dell’episodio pilota di Alice and Jack, miniserie chiaramente con un occhio rivolto ai trentenni che vanno al cineforum e non vorrebbero proprio il dibattito perché a malapena hanno la forza per superare l’ansia sociale di telefonare per ordinare la pizza. Una serie che promette di essere densa ed emotivamente minuziosa come la sua prima puntata, papabile manifesto di quella che sarà una storia specchio della relazione che racconta: intensa, travolgente, piena di menate e di alti e bassi, e soprattutto completamente concentrata su se stessa, bolla rosso sangue attorno alla quale il contesto scompare ed è semplicemente di servizio. Persino quando il contesto sono la compagna e la figlia con cui Jack convive quando lo ritroviamo a un anno e mezzo di distanza dall’ultima mattata di Alice. Lei torna a farsi sentire per avere conforto dall’unico uomo a cui abbia concesso un secondo appuntamento. Lui non sa se saprà resisterle nonostante le responsabilità. Avere dei sentimenti è un patema e raccontarli senza raddoppiarlo è già di per sé un bell’affare. Bravi tutti.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.