Chi è quella donna?

Il primo mistero lo enuncia il titolo, che scomoda il maestro Edgar Allan Poe e il suo racconto Il cuore rivelatore, lo stesso riletto dal genietto Flanagan nella puntata n. 5 di La caduta della casa degli Usher. Chi è “la donna nel muro”? A chi appartiene, cioè, il corpo che Lorna (una ruvidissima, superlativa Ruth Wilson) ha occultato dietro la tappezzeria floreale di casa sua a Kilkinure, in Irlanda? «Se si sa già chi è stato, come può essere un enigma?»: il detective Colman (Daryl McCormack) incalza, ma in tv stanno passando Colombo, lo show che ha mandato a carte quarantotto lo schema classico del giallo deduttivo (dal whodunit al howcatchem), e basta questo istante meta per mettere in guardia lo spettatore sulle false piste di cui è disseminata la miniserie BBC.

Come il protagonista della short story di Poe, la sonnambula Lorna è una narratrice inaffidabile: rinchiusa da ragazza in una Casa Magdalene - gli istituti religiosi britannici che, tra il 1765 e gli anni 90 (del Novecento, eh!), “accolsero” orfane, prostitute e giovani madri sottoponendole a ogni tipo di abuso -, ha perso le tracce della figlia, e da allora si sveglia incapace di ricordare cosa ha fatto o dove è stata.

Flirtando coi cliché del gotico e col soprannaturale - sì, si può costruire solido intrattenimento thriller anche su un’orrenda pagina di Storia, senza puzza di exploitation... -, la doppia indagine di The Woman in the Wall si fa così rigoroso e plurale j’accuse nei confronti di un sistema che vorrebbe letteralmente cancellare il mostruoso femminile. Un sistema sotto gli occhi di tutti, oggi come ieri: a chi ha orecchie per intendere, il plot “donne denunciano abusi ma non vengono credute” suonerà certo familiare.

La serie tv