91 anni, quasi 500 film. Da che parte avvicinarsi a Ennio Morricone? Dalle canzonette, per esempio. E neanche dalle sue, anche se ne ha scritte di memorabili come Se telefonando, per Mina. Da quelle degli altri. Non a caso la corposa antologia di 15 cd Ennio Morricone - The Complete Edition, evidentemente supervisionata da lui medesimo, dedica il quattordicesimo dischetto ai suoi arrangiamenti. Canzoni famose ancora oggi e altre dimenticate. Riascoltiamole con attenzione, perché Dio è nei dettagli.

Che ci fa quel clavicembalo, una specie di basso continuo, in Il cielo in una stanza? Nessuno ha mai notato quanto sia strano il pianoforte in Sapore di sale? E quei coretti e unisoni di trombe in Guarda come dondolo e Abbronzatissima? Puro dadaismo. E gli archi finto Settecento in O mio Signore, sempre di Edoardo Vianello? Per non dire della musica concreta in Il barattolo di Gianni Meccia.

Nella sua più bella intervista, quella con Giuseppe Tornatore (Ennio - Un maestro, HarperCollins, 2018),  Morricone racconta del suo sforzo giovanile di dare spessore e dignità alle umili canzonette. Applicando per esempio metodi dodecafonici alla musica tonale (Nino Rota, che se ne accorse, gli fece i complimenti). Ma a parte il riscatto dell’allievo di Goffredo Petrassi, che sognava Stravinskij ma era alle prese con Paul Anka e Gianni Morandi, è evidente che Ennio ne approfittava per sperimentare e divertirsi.

Da una parte impostava il sound di un decennio di musica leggera (quelle inconfondibili staffilate degli archi...), dall’altra faceva le prove generali delle sue colonne sonore (esordio ufficiale: Il federale di Salce, nel 1961). Ma imparava anche un metodo e una morale: per un musicista di famiglia non abbiente, testimone della miseria dell’Italia post-bellica, nessun lavoro era indegno e tutti meritavano il massimo impegno. Il che fu la sua grandezza e un po’ la sua condanna.


Guardate bene: nessun Fellini, Antonioni o Visconti nella sua sterminata filmografia, ma Vergogna schifosi e Fiorina la vacca. Uno non si immagina proprio Luchino che si rivolge a quello che fa le colonne sonore dei film western. A un artigiano. Se c’è un caso in cui è pertinente questa parola abusata, è proprio quello di Morricone. Un artigiano che non giudica, forse a volte si tappa il naso, ma cerca sempre di uscirne a testa alta. Anzi, di fare sempre molto di più del minimo sindacale. È la sua etica.


Leggendo il libro di Tornatore - autore anche del film Ennio, nelle sale dal 17 febbraio 2022 - emerge una personalità complessa. Morricone era uno sperimentatore che dalle canzonette aveva imparato a mescolare alto e basso, a sabotare gerarchie. Ma non era un pomposo teorico (non era neanche un mondano o un viaggiatore, se per questo). Aspirava ossessivamente al riconoscimento altrui, e ci restava male quando vedeva il suo impegno frustrato: o perché le sue idee venivano giudicate troppo estreme (capitò con tutti, da Modugno a Bellocchio), o perché il sistema lo beffava (come quando l’Oscar andò vergognosamente a Round Midnight - A mezzanotte circa anziché a Mission, che riteneva la cosa migliore che avesse mai composto).


Era un artigiano sempre al servizio del film, con idee geniali (fu lui a mettere le nenie infantili, dolci e inquietanti, nelle dissonanti colonne sonore dei primi thriller di Dario Argento). Ma anche aperto ai suggerimenti (Samperi faticò a convincerlo a inserire un coretto di voci bianche in una scena erotica di Grazie zia, ma lui alla fine gli diede ragione).


L’elogio migliore glielo fece il musicista newyorkese John Zorn, autore di un album di cover che forse Ennio non apprezzò abbastanza (non perché iconoclasta, ma perché troppo morriconiano: come se si fosse sentito espropriato), che nel 2000 dichiarò: «Dopo quarant’anni non tutte le sue colonne sonore sono dei capolavori, ma c’è un grande mestiere, una completa dedizione e una totale integrità nel suo lavoro.» A settant’anni non si può essere geniali a tempo pieno: basta essere integri. Ma a trenta o quaranta Ennio era geniale tutti i giorni: componeva una o più colonne sonore al mese, e spesso erano tutte diverse.


Zorn, proprio con The Big Gun Down - il miglior omaggio/remake/reinvenzione possibile, riedito nel 2000 in expanded edition, raccoglie pezzi scelti bene (La battaglia di Algeri, Milano odia, Il clan dei siciliani), con le voci (Mike Patton, Diamanda Galás) e le chitarre giuste (Robert Quine, Jody Harris, Fred Frith, Vernon Reid), e (fece scalpore nel 1986) Christian Marclay che manipola giradischi - è stato anche uno dei pochi a saper valorizzare il lato più avant-garde di Morricone. Quello meno divulgato proprio da noi. Adesso che è morto, si parla solo del fischio di Per un pugno di dollari e si sentono solo le melodie ariose di C’era una volta il West e C’era una volta in America, che ormai si suonano anche in chiesa al posto della marcia nuziale, e che lui eseguiva con orchestre sterminate davanti a folle oceaniche.


Sì, ma Ennio è anche quello che negli anni ‘60 va a trovare Giacinto Scelsi e milita (suonando la tromba e altro) nel Gruppo di improvvisazione Nuova consonanza. Musica post-darmstadtiana durissima: liquidare Stockhausen e superare il free jazz a sinistra. Solo che poi, con tipico gusto della contaminazione, Ennio piazza basso e batteria squadrati da Krautrock sotto i suoni stridenti che Franco Evangelisti ed Egisto Macchi estraggono da violini e pianoforti suonati in modo poco ortodosso.

Tutto un lato estremo, anticipatore, affascinante, attualissimo, che poi ha nutrito decine di colonne sonore, da Macchie solari a La corta notte delle bambole di vetroGiornata nera per l’ariete (per chi ha fretta c’è l’antologia Crime and Dissonance uscita per l’Ipecac di Mike Patton). Solo che Ennio non ne parlava volentieri. Un po’ perché un arcigno musicologo che teneva in gran considerazione, Sergio Miceli, gli aveva fatto venire dei sensi di colpa sentenziando: «Bel servizio che rendi alla musica contemporanea, se la usi per questi filmacci di sesso e violenza». Un po’ perché quasi nessuno degli intervistatori andava a chiedergli di rievocare quelle esperienze. Ma Morricone è stato un grande anche e soprattutto per queste frequentazioni poco canoniche, dove non è mai stato così libero.

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Ennio Morricone in studio - Alamy




Autore

Alberto Pezzotta

Alberto Pezzotta si è occupato di cinema italiano, di storia della critica, di cinema orientale. Ha collaborato alla Storia del cinema mondiale di Gian Piero Brunetta e alla Storia del cinema italiano del CSC, oltre che a riviste come “Bianco e Nero”, "Imago", “8 1/2”. Scrive di cinema e musica su "Blow Up". Ha tradotto libri, tra gli altri, di Chinua Achebe, Eric Bogosian, Harry Crews, James Dickey, Barry Gifford, Jim Harrison, Hanif Kureishi, Lorrie Moore, Joyce Carol Oates, Hugues Pagan, Derek Raymond, Colm Tóibín

FILMOGRAFIA

locandina L'Harem

L'Harem

Commedia - Francia, Italia, Germania 1967 - durata 100’

Regia: Marco Ferreri

Con Carroll Baker, Gastone Moschin, Renato Salvatori, Michel Le Royer, William Berger, Clotilde Sakaroff

L’incontro con Marco Ferreri è episodico e contrastato, ma il risultato è notevole; è riemerso su cd solo di recente. Lunghi brani per strumento solo, difficili da gestire ma di tenuta sorprendente, con Gato Barbieri (già sax solo in Sapore di sale) e il chitarrista Bruno Battisti D’Amario (o è John Fahey?)
locandina Scusi, facciamo l'amore?

Scusi, facciamo l'amore?

Grottesco - Italia/Francia 1968 - durata 91’

Regia: Vittorio Caprioli

Con Pierre Clementi, Claudine Auger, Carlo Caprioli, Edwige Feuillère, Beba Loncar, Juliette Mayniel

Il pop secondo Morricone. La sua cantante preferita Edda Dell’Orso geme e mugola languida (ma seguendo il pentagramma), un anno prima di Jane Birkin. Cuíca e sitar, clavicembalo e chitarra elettrica, i Cantori moderni di Alessandroni: in sintonia con l’edonismo immoralista della commedia di Vittorio Caprioli.
locandina Grazie zia

Grazie zia

Drammatico - Italia 1968 - durata 110’

Regia: Salvatore Samperi

Con Lou Castel, Lisa Gastoni, Gabriele Ferzetti, Nicoletta Rizzi, Luisa De Santis, Massimo Sarchielli

Uccidete il vitello grasso e arrostitelo

Drammatico - Italia 1970 - durata 92’

Regia: Salvatore Samperi

Con Jean Sorel, Marilù Tolo, Gigi Ballista, Maurizio Degli Esposti, Pier Paolo Capponi, Noris Fiorina

in streaming: su Amazon Video Google Play Movies

Due colonne sonore su unico cd (insieme a Grazie zia) per conoscere la poco celebrata collaborazione con Salvatore Samperi. Morricone tira fuori la sua vena sarcastica, tra coretti diabolici, fughe bachiane e batteria che martella. Morricone è più grande quando saccheggia e scompone la musica classica di quando la emula.
locandina L'assoluto naturale

L'assoluto naturale

Drammatico - Italia 1969 - durata 90’

Regia: Mauro Bolognini

Con Laurence Harvey, Sylva Koscina, Isa Miranda, Amalia Carrara

Per fare una melodia bastano due o tre note. Per fare una colonna sonora basta un tema. Tutto sta nelle variazioni e negli arrangiamenti. Nella lunga collaborazione con Mauro Bolognini, un modello di economia di mezzi che diventa una lezione di creatività. Film da restaurare, mai più visto da allora.
locandina L'istruttoria è chiusa: dimentichi

L'istruttoria è chiusa: dimentichi

Drammatico - Italia 1972 - durata 106’

Regia: Damiano Damiani

Con Franco Nero, Riccardo Cucciolla, Georges Wilson, John Steiner, Ferruccio De Ceresa, Antonio Casale

in streaming: su Infinity Selection Amazon Channel

Ai confini della musica, ma stranamente ascoltabile. Illbient? Feedback e ronzii prima di Metal Machine Music di Lou Reed? Collage alla Pierre Henry? Morricone riversa la conoscenza dell’elettronica anni '60 per sonorizzare in modo antiretorico il cupo film carcerario di Damiano Damiani.
locandina Una lucertola con la pelle di donna

Una lucertola con la pelle di donna

Thriller - Italia, Francia, Spagna 1971 - durata 105’

Regia: Lucio Fulci

Con Florinda Bolkan, Stanley Baker, Leo Genn, Jean Sorel, Anita Strindberg, Silvia Monti

in streaming: su Amazon Prime Video Amazon Video Nexo Plus Timvision

Sulla scia dei film di Argento, ma ancora più ricca e complessa. Melodie sghembe e sinuose. Cambi di tempo repentini. Chitarra elettrica distorta. Piano alla Cecil Taylor. Suoni mai sentiti. Il missing link tra Giacinto Scelsi e il rock psichedelico. Cd da portarsi sulla classica isola deserta.
locandina Gli occhi freddi della paura

Gli occhi freddi della paura

Giallo - Italia, Spagna 1971 - durata 95’

Regia: Enzo G. Castellari

Con Giovanna Ralli, Frank Wolff, Fernando Rey, Julian Mateos, Karin Schubert, Leonardo Scavino

Il thriller di Enzo G. Castellari, con il suo montaggio cubista, è bizzarro di suo. E la musica? Pensare che potesse finire in un film “commerciale” oggi sembra assurdo. Morricone raccoglie i suoi amici del Gruppo di improvvisazione Nuova consonanza, e istiga groove su cui si stratificano dissonanze assortite.
locandina La proprietà non è più un furto

La proprietà non è più un furto

Drammatico - Italia/Francia 1973 - durata 126’

Regia: Elio Petri

Con Ugo Tognazzi, Flavio Bucci, Daria Nicolodi, Mario Scaccia

in streaming: su Amazon Video

La più ardita delle collaborazioni con Elio Petri. Interi brani basati sulla sola voce, alterata e distorta. Morricone conosceva Demetrio Stratos? O si ricordava di quando dieci anni prima, a Darmstadt, aveva improvvisato un concerto di versacci per fare la parodia di una performance di John Cage?
locandina L'immoralità

L'immoralità

Drammatico - Italia 1978 - durata 109’

Regia: Massimo Pirri

Con Lisa Gastoni, Howard Ross, Karin Trentephol, Mel Ferrer, Andrea Franchetti, Angela Luce

in streaming: su Amazon Video Google Play Movies

Un film oscuro di Massimo Pirri (quello che, secondo qualcuno, non faceva i film: li «commetteva»), morbosetto anzichenò, nasconde nenie post-tutto, dolcissime, ipnotiche ed estenuate: ma orchestrate con rigore cameristico, prima che nella produzione del Nostro subentrasse un certo manierismo.
locandina La cosa

La cosa

Fantascienza - USA 1982 - durata 108’

Titolo originale: The Thing

Regia: John Carpenter

Con T.K. Carter, Kurt Russell, Wilford Brimley, David Clennon

in streaming: su Apple TV Microsoft Store Rakuten TV Amazon Video

Una di quelle colonne sonore che finiscono nel film in minima parte, ma vivono di vita propria. Morricone decide di usare sintetizzatori, per avere un sound alla John Carpenter; che poi però rifà quasi tutto. Ma rimangono gli apocalittici rintocchi elettronici su un ricco, cupo tappeto orchestrale: passato e futuro.
locandina La chiave

La chiave

Erotico - Italia 1983 - durata 110’

Regia: Tinto Brass

Con Stefania Sandrelli, Frank Finlay, Maria Grazia Bon, Franco Branciaroli

in streaming: su Google Play Movies Rakuten TV Timvision

Tra valzerini dodecafonici, citazioni di musica popolare, fanfare fasciste, decadenza mitteleuropea e fantasmi del Settecento veneziano. Oltre a un contrabbasso di rara grevità. Ennio sapeva interpretare a meraviglia lo spirito di un film, e dargli spessore. Che fortuna per Tinto Brass.
locandina Ennio

Ennio

Documentario - Italia 2021 - durata 150’

Regia: Giuseppe Tornatore

Con Ennio Morricone, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Hans Zimmer, John Williams

Al cinema: Uscita in Italia il 17/02/2022

in streaming: su Timvision