“È solo che queste parole, questi suoni, questa letteratura, questa lingua, mi sarebbe piaciuto che tu potessi conoscerli”. Intervistata dalla figlia Lina Soualem, regista del film, l’attrice Hiam Abbass racconta così il proprio rammarico per aver dovuto abbandonare la Palestina, sua terra natia, e allontanarsi dalle proprie radici. In un momento storico dove pare evidente la necessità della riflessione attorno all’identità palestinese, arte.tv propone Bye Bye Tiberias, un film che si dipana come un diario personale (in questo senso, la scelta della regista di affidarsi direttamente alle parole della madre sembra aggiungere un ulteriore grado di autenticità alla narrazione, instaurando un legame ancora più profondo tra narratore e materia narrata), un percorso intimo e travagliato alla scoperta di terre perdute e memorie dolorose.

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Bye Bye Tiberias (2023) scena

Il docufilm, una produzione francese del 2023, si sviluppa tra i ricordi personali (eventi drammatici, momenti di festa) che l’attrice confessa alla figlia a partire dai reperti della propria infanzia, quelle fotografie che non guardava da tempo e che non le aveva mai mostrato, ancora troppo vivide, troppo dolorose, nelle quali sono ritratte le donne che componevano il nucleo famigliare, per ancorarsi poi al ritrovamento di un quaderno di poesie scritte da ragazza, il contenitore di una lingua, di una cultura, di una lunga serie di speranze disilluse tanto per lei quanto per la sua famiglia.

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Bye Bye Tiberias (2023) scena

Il viaggio di Lina, infatti, non è solo una pellegrinazione nella memoria, in un luogo dell’anima, ma la vera e propria esplorazione della storia e della resistenza di una generazione di donne palestinesi che amplia lo sguardo dal dramma di una terra afflitta a un’investigazione di genere. La storia collettiva si intreccia infatti con quella personale in un documento che finisce col trasformarsi in un omaggio a una comunità e alle donne che l’hanno plasmata. I documenti proposti (video di repertorio, fotografie) evocano la bellezza malata della terra palestinese, mentre il dialogo tra madre e figlia e le donne che le circondano guida lo spettatore nel reticolo degli eventi trascorsi e dei momenti di gioia condivisi, cercando (ma non forzando) una connessione emotiva con le storie narrate.

Lina Soualem
Bye Bye Tiberias (2023) Lina Soualem

Il tentativo è quello di affrontare la lotta di Hiam nel bilanciare il desiderio di preservare la memoria e l’ostinato bisogno di guardare al futuro, conservando intatta la propria identità. Bye Bye Tiberias si emancipa così dal mero racconto di un dramma storico per abbracciare una dimensione universale di nostalgia e speranza. La regista celebra la propria eredità famigliare con cura, consapevole di maneggiare un oggetto fragile e complesso, riuscendo a far riemergere l’indelebile legame con una terra falcidiata nella quale, come ci informa all’inizio del film, avrebbe voluto immergersi sin da bambina, quando andava in visita al lago di Tiberiade.

Autore

Pietro Lafiandra

La prima epifania cinematografica la ebbe a quattro anni con Pomi d’ottone e manici di scopa. La seconda in adolescenza con Cosmopolis. Ora, in età adulta, prova a trovare un’improbabile sintesi tra questi due lati di sé muovendosi faticosamente tra un dottorato in visual studies, deepfake, cinema horror, film d’animazione per bambini e musica elettronica. I componenti della sua band, Limonov, dicono che è colpa dell’ascolto compulsivo dei Radiohead. Gli amici che è colpa del suo segno zodiacale, i gemelli. I dottori della schizofrenia. Lui pensa sia più cool dire che è un intellettuale post-moderno. Ai posteri l’ardua sentenza.

Il film

locandina Bye Bye Tiberias

Bye Bye Tiberias

Documentario - Francia, Belgio, Qatar, Palestina 2023 - durata 82’

Titolo originale: Bye Bye Tibériade

Regia: Lina Soualem