Segnaliamo su RaroVideo Channel l’arrivo di tre titoli importanti della storia del cinema. I primi due francesi, Mon oncle d’Amerique di Alain Resnais (1980) e Rendez-vous di André Techiné scritto con Olivier Assayas (1985). E uno americano, non uno qualunque: Nascita di una nazione (The Birth of a Nation, 1915) di David Wark Griffith.

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Nascita di una nazione

Un’opera che ha segnato la storia del cinema, non solo quella nazionale, basti pensare che solo pochi anni dopo Sergej Ejzenstejn e Vsevolod Pudovkin rifletteranno sulle forme innovative di montaggio in alternativa a quello di Griffith, che funzionava quindi per i suoi contemporanei come modello di riferimento, punto di partenza, sfida. Fu il primo cineasta a utilizzare il montaggio alternato, per dire, e proprio in Nascita di una nazione con momenti clamorosi, già perfetti nel loro fondersi in modo fluido alla narrazione. Per non parlare della consapevolezza del linguaggio, dell’invenzione dei carrelli, del respiro delle scene di massa e in esterni, che tanto influenzeranno i suoi due allievi principali e prediletti, Raoul Walsh, che nel film interpreta John Wilkes Booth l’assassino di Lincoln, e John Ford, giovane comparsa con il cappuccio del Ku Klux Klan oltre che runner sul set.

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Nascita di una nazione

L’importanza storica di Nascita di una nazione è indiscutibile ma sia ben chiaro, non si tratta di un pezzo da museo, non è una reliquia, non basta sapere che c’è e poi occuparsi d’altro, è invece un film che va visto e rivisto, aggredito quasi, relativizzato secondo la giusta prospettiva storica, e riportato alle sue coordinate corrette, anche quelle più problematiche. Leni Riefenstahl a parte, è il film la cui grandezza estetica è più direttamente proporzionale al suo suprematismo, alla sua rozzezza ideologica. La storia è quella di due famiglie divise dalla guerra di Secessione. Dopo la vittoria dell’Unione il sud è vittima di angherie e sopraffazioni, milizie di neri affrancati minacciano repressioni e violenze, i giovani reduci della Confederazione si riuniscono nel Ku Klux Klan visto come «movimento nobile e spontaneo» (Paolo Cherchi Usai, massima autorità sul cineasta, dal suo David Wark Griffith, Il Castoro cinema) e alla fine riusciranno a scongiurare il peggio, dopo aver salvato una delle protagoniste dall’aggressione brutale di un miliziano afroamericano.

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Nascita di una nazione

Molti gli stereotipi sulla mancanza di scrupoli di yankee e neri e viceversa sullo spessore etico tradizionalista, cavalleresco, aristocratico dei sudisti. Ma il film anche da questo punto di vista è un documento eccezionale, distribuito quando si celebrano i 50 anni dalla resa del generale Lee ad Appomattox (9 aprile 1865), rivendicazione identitaria, o meglio comunitaria di un uomo, Griffith, nato e cresciuto nel mito della sconfitta “ingiusta”, figlio di un militare sudista che aveva combattuto con onore. Bisogna fare i conti anche col suo razzismo quindi, dargli una dimensione storica che è cosa ben diversa dalla giustificazione o legittimazione. Un bell’esercizio di riflessione critica per ogni cinefilo o cinefila che si rispetti.

locandina
Nascita di una nazione (1915) locandina

Autore

Mauro Gervasini

Firma storica di Film Tv, che ha diretto dal 2013 al 2017, è consulente selezionatore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e insegna Forme e linguaggi del cinema di genere all'Università degli studi dell'Insubria. Autore di Cuore e acciaio - Le arti marziali al cinema (2019) e della prima monografia italiana dedicata al polar (Cinema poliziesco francese, 2003), ha pubblicato vari saggi in libri collettivi, in particolare su cinema francese e di genere.

Il film

locandina Nascita di una nazione

Nascita di una nazione

Storico - USA 1915 - durata 165’

Titolo originale: The Birth of a Nation

Regia: David W. Griffith

Con Lillian Gish, Henry B.Walthall, Mae Marsh, Miriam Cooper, Mary Alden