Il Pierce Patchett di L.A. Confidential è un costruttore e un pappone abituato a dare ai suoi clienti qualsiasi cosa essi vogliano. Un capitalista che crea opere d’arte nell’epoca della loro riproducibilità tecnica. Solo che i suoi capolavori sono donne rese sosia, attraverso la chirurgia estetica, delle più desiderabili dive di Hollywood: Hayworth, Gardner, Russell, Monroe, Lake. Indistinguibili dalle originali, come mostrato dal memorabile gag in cui il tenente Exley umilia Lana Turner scambiandola per la sua ‘imitazione’.

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Patchett sa di vivere nell’era in cui tutto è già producibile (e quindi riproducibile) in serie, e prospera sondando i limiti di questa possibilità, per allargarli, estenuarli e infine abbatterli. La casa in cui gli scenografi dell’ottimo noir di Hanson lo collocano, è (casualmente?) esemplare di questa attitudine. Si tratta della Lovell Health House progettata dall’austriaco Richard Neutra per un medico naturopata, e edificata a Los Feliz – incastonata come una gemma tra le colline di Hollywood – tra il 1927 e il 1929.

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La villa si estende su 450 metri quadri declinati su tre piani, con cinque camere da letto e quattro bagni in cui imperano i materiali d’elezione del modernismo: acciaio, cemento e vetro. La residenza, straordinaria, si dispiega su una serie di volumi sovrapposti che, se da un lato omaggiano il magistero di Frank Lloyd Wright, dall’altro ne mettono in discussione l’attitudine alla proporzionalità, flirtando con certe soluzioni di Le Corbusier e, in particolare, con alcune delle sue celebri promenade. Ma ciò che davvero distingue la creazione dell’austriaco dalle numerose costruzioni losangeline firmate dal pantheon dell’architettura internazionale, è il fatto che la sua Lovell House sia stata la prima abitazione sorta negli Stati Uniti a reggersi su una struttura in acciaio (nonché il primo stabile a uso domestico in cui fu massicciamente impiegata la gunite, un intonaco di malta cementizia spruzzato da una lancia ad aria compressa).

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La Lovell Health House affidava dunque gran parte del suo peso a una gabbia d’acciaio prefabbricata, il cui scheletro era il medesimo usato per issare i grattacieli, e che fu assemblata in appena 40 ore sotto la supervisione dello stesso Neutra. La magione rifletteva con ogni evidenza l’interesse del progettista per la produzione industriale e per lo sviluppo di alloggi da assemblare come un’automobile, così che risultassero, almeno sulla carta, alla portata di (quasi) tutti. D’altra parte l’ammirazione dell’architetto per Henry Ford (a cui, pare, fosse dovuta addirittura la sua decisione di trasferirsi negli Usa) è platealmente sottolineata da una soluzione di design insolita e geniale, la scelta di inserire nella tromba della scala che collegava i tre livelli, i fari di una Ford Model A: tributo plastico al suo idolo e sintesi lampante di una visione secondo cui architettura e industria dovessero dialogare in nome di un auspicato benessere diffuso.

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I fari della Ford innestati nel vano scala sono ben visibili in una delle scene finali di L.A. Confidential, quella in cui l’agente White ed Exley irrompono nella casa di Patchett per arrestarlo. In una precedente sequenza, sempre ambientata all’interno della villa, è invece sottolineata la presenza a una parete dell’opera (originale o copia?) Gruppo di quattro donne nude di Tamara de Lempicka, il cui lavoro più noto metteva ancora in relazione arte e industria automobilistica: Autoritratto (Tamara sulla Bugatti verde).

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Così Patchett, in fondo, non fa che pervertire l’idea sottesa al lavoro di Neutra, quella di un’infinita riproducibilità delle merci in grado di esaudire qualsiasi desiderio, di coronare ogni sogno. D’altra parte lo slogane del misterioso night club Fleur-de-Lis più volte nominato nel corso del film non era proprio “Whatever you desire”? Ogni cosa che si desideri, non importa (più) a che prezzo. Purché sia fatto tutto senza clamore, in silenzio. Hush Hush.

Autore

Andrea Pirruccio

Si laurea in Storia e Critica del Cinema a Torino. Da oltre 20 anni fa parte della redazione della rivista Interni e dal 2022 collabora al dizionario Il Mereghetti. Da quanto ricorda, frequenta le sale da sempre, ma fa risalire il proprio imprinting cinematografico a un pomeriggio domenicale di tanti anni fa, quando i suoi genitori pensarono bene di portarlo a vedere 1997: Fuga da New York e, quando si accorsero che il film era stato sostituito da Pierino medico della SAUB, decisero di entrare lo stesso.

Il film

locandina L.A. Confidential

L.A. Confidential

Noir - USA 1997 - durata 137’

Titolo originale: L.A. Confidential

Regia: Curtis Hanson

Con Kevin Spacey, Kim Basinger, Russell Crowe, Guy Pearce, Danny DeVito, James Cromwell

in TV: 28/12/2024 - Rai 4 - Ore 21.20

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