I Verdena sono un’anomalia tutta nostrana. Sfuggenti e amatissimi, hanno incarnato il pop, lo stoner, la psichedelia, e hanno sempre usato l’istinto per guidare la loro carriera. Sono sotto contratto con una major da quando hanno 20 anni, ma sono anche, di fatto, una sorta di riserva indiana del rock italiano: un gruppo che ha resistito – nel numero dei fan e nell’estetica alternativa – all’ascesa della trap e dell’it-pop. Sono restii a raccontarsi, passano in silenzio gli anni che intercorrono tra l’uscita di un loro disco e il suo successivo, e alimentano nel pubblico un’attesa spasmodica. Il loro ultimo album, Volevo magia, uscito nel settembre 2022 per Universal Music, è stato seguito da un tour che ha registrato sold-out in tutta Italia. Quel lavoro è stato anche un’occasione per il regista Francesco Fei – amico della band – per tentare l’impossibile: raccontare i Verdena come nessuno ha ancora fatto. Li ha filmati nella loro terra – la provincia di Bergamo –, assistendo alle prove nel loro leggendario, piccolo studio di registrazione; li ha accompagnati in alcuni momenti di vita normale – tra nonne, gatti e figli –; li ha seguiti fino a un attimo prima del loro debutto in tour. Il risultato di quelle riprese è X sempre assenti (titolo mutuato da una canzone di Volevo magia), un film passato al Biografilm Festival 2023 e uscito il 3/11 al cinema (distribuito da Lab 80), in vista di un percorso itinerante che lo porterà in diverse sale italiane (qui il calendario completo). Ne abbiamo parlato con il regista.

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Francesco Fei


Un primo ostacolo, nel fare un film sui Verdena, è l’avere a che fare con persone notoriamente riservate. In questo documentario, invece, Alberto, Luca e Roberta hanno acconsentito a mostrarsi, a farsi filmare nel loro quotidiano, grazie anche alla fiducia che nutrono nei tuoi confronti. Qual è il tuo rapporto con loro?

Il punto d’avvio, in linea con il titolo del film, è stata la loro assenza. Il loro essere in controtendenza rispetto alla continua esposizione mediatica degli artisti di oggi. Ho pensato che il modo migliore per incontrarli fosse con normalità, senza farmi eccessive preoccupazioni riguardo una loro possibile chiusura. Da parte del loro management c’era la convinzione che io fossi la persona giusta per questo lavoro, perché conoscevo il gruppo sin dagli esordi. Per loro avevo girato nel 1999 i primi videoclip di Viba e Valvonauta, firmando poi, tra gli altri, quello di Angie nel 2007. Erano 15 anni che non lavoravamo assieme, ma nel momento in cui ci siamo rivisti c’è stata molta naturalezza. Ad aiutarmi è stato anche il mio approccio produttivo: l’essere sempre solo nelle riprese mi ha reso più “invisibile” ai loro occhi, mettendoli a loro agio. Guardando le immagini, emerge una certa immediatezza realizzativa, ma in realtà la lavorazione è passata per molte tappe: non avrei mai convinto i Verdena a girare un film fin dall’inizio; sono partito quindi con l’intento di raccogliere materiale video a supporto del loro album. Un materiale che, crescendo via via, mi ha convinto a continuare.

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X sempre assenti (2023) scena

La cosa più evidente in X sempre assenti è il contrasto tra la silenziosa provincia in cui la band vive e la forza dirompente della loro musica.
È il motivo del grande fascino dei Verdena. Sprigionano un’energia che oggi s’incontra di rado: un’espressività che esce senza remore e che sembra, in verità, quasi fuori dal tempo. Nel rappresentare la musica si è sempre fatto uso di filtri narrativi, ma la tendenza odierna è di accentuarli sempre più, nascondendoli dietro una falsa pretesa di spontaneità. Guardando alcuni film dedicati a musicisti, sulle piattaforme in streaming, m’imbatto spesso in delle marchette tremende, con tanto di estensione social di un ritratto che è già, in sé, una promozione. Per i Verdena, invece, suonare è ancora l’unica questione: il mondo esterno non è un qualcosa da compiacere, ma una realtà che, semplicemente, viene dopo la musica. Nel film questo aspetto è evidente sin dall’inizio: vediamo Alberto Ferrari camminare nella tranquillità del vialetto adiacente al loro studio, e un attimo dopo siamo investiti dalla potenza del loro suono in sala prove.

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X sempre assenti (2023) scena


Nella seconda parte del film segui il gruppo nel backstage del The Cage di Livorno, poco prima del loro primo concerto, nell’ottobre 2022, dopo sei anni di pausa.

Puoi avvertire la loro tensione prima del live, assistere alle discussioni riguardanti la scaletta dei brani. Il mio filmare in solitaria è stato importante anche qui. Se noti, un attimo prima di salire sul palco, Alberto si volta verso di me, e anziché vivere la mia presenza come un’intrusione trova il tempo per una battuta. Mi è capitato di recente di guardare le foto del backstage della serie Netflix Vasco Rossi: Il supervissuto; attorno a Rossi c’era una troupe di dieci persone. In quei contesti, è più probabile che la spontaneità del protagonista rischi di perdersi un po’.

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X sempre assenti (2023) scena


Come vedi invece i Verdena nell’ottica dei cambiamenti della musica degli ultimi anni?

A livello musicale siamo di fronte a un cambiamento epocale. Gruppi come i Verdena, o i Negrita – che ottengono un ottimo riscontro nei teatri –, sono la prova di come il rock abbia ancora un pubblico cospicuo, anche se ormai facente parte di un sottosuolo culturale. Un segnale ne è anche il fatto che questo film, allo stato attuale, non è diffuso in streaming perché ritenuto troppo di nicchia. È come se la rilevanza delle piattaforme e la promozione via social avessero tracciato una linea comunicativa che decreta ciò che deve restare in vista. Anche per questo, sono molto contento che X sempre assenti, con i suoi 52 minuti, abbia una sua circuitazione al cinema.

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X sempre assenti (2023) scena

Guardando il film, ho pensato a un altro tuo documentario, La regina di Casetta, del 2018. La storia di una ragazzina che vive – unica adolescente – in un paesino disperso tra gli Appennini, e che si prepara a dover lasciare il suo luogo più caro. I Verdena, invece, dal loro punto di origine (la Val Seriana) non sono mai riusciti ad andarsene, nonostante la loro vita da musicisti li abbia spinti molte volte verso l’esterno.
Sono totalmente d’accordo. Oltre ad avere lo stesso approccio produttivo, i due film sono accomunati dal mio tentativo di inserire i protagonisti nel loro contesto. Tengo molto a dare voce all’ambiente intorno, perché rappresenta anche la persona che sto guardando: racconta le sue scelte di vita, i rapporti che instaura con i suoi spazi. Quello che più mi piace del cinema è l’esprimermi attraverso i suoni e le immagini, a discapito delle parole. Il documentario, in particolare, agevola questi spazi narrativi, fatti di silenzi e rumori. Il suono delle campane delle mucche, all’inizio di X sempre assenti, è in fondo una dichiarazione d’intenti.

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X sempre assenti (2023) scena

Il tuo percorso artistico è eterogeneo: dal cinema di finzione alla videoarte. Nel documentario hai poi firmato lavori dal carattere più divulgativo come Dentro Caravaggio (2019), cercando anche lì una strada non comune: penso al dinamismo portato delle musiche di Teho Teardo. Suoni e paesaggi restano le tue vere linee guida?
Nelle richieste cinematografiche attuali c’è spesso la predominanza della parola. Se uniamo questo alle difficoltà che ho incontrato nel fare film di finzione, il documentario è diventato per me un insieme di possibilità. Passo da lavori più liberi, come La regina di Casetta, ad altri che rientrano dentro confini precisi, come Dentro Caravaggio. L’importante è tenere aperta una via autoriale: può accadere con l’immagine fusa nelle musiche di Massimo Zamboni, nel mio lavoro Armenia! (2015), oppure grazie all’ispirazione che deriva dai paesaggi ritratti nei quadri di Pellizza da Volpedo, pittore a cui sto dedicando il mio prossimo lavoro.


Il film della vita di Francesco Fei è I racconti della luna pallida d’agosto (1953) di Kenji Mizoguchi.

 

Autore

Matteo Bailo

Una laurea in filosofia e una passione per la musica che lo porta a inseguire concerti in giro per la regione, e a procurarsi strumenti troppo impegnativi rispetto alla sua chitarra.
Lavora per Film Tv dall'agosto 2012, per il quale cura la rubrica Muzik - L'impero dei suoni, e redige i listini dei palinsesti.

Il film

locandina X sempre assenti

X sempre assenti

Documentario - Italia 2023 - durata 50’

Regia: Francesco Fei

Al cinema: Uscita in Italia il 03/11/2023