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Undertow

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Undertow

di mck
8 stelle

Iperrealista mitologia dell'inaudito fanciullo che collassa nell'età adulta.

 

Non lasciare che lo stesso cane ti morda due volte.

Ecco l'inizio del film :

https://www.youtube.com/watch?v=9Fn5or_wRsQ (AV non più disponibile).

 

E allora ecco il trailer :

 

Ed ecco un frame che a mio parere ne racchiude-dischiude l'essenza :


1. Un po' di chiarezza ! Lo vuole l'adolescenza, perdio !


STAGIONI DIVERSE.


David Gordon Green, all'epoca ( 2004 ) giovane promessa

{ aveva diretto, sino ad allora, oltre a due cortometraggi universitari verso la fine degli anni '90, ''solo'' due lungometraggi : un dramma adolescenziale, “George Washington”, in concreto l'avventura inversa del fondativo “the Bodykinghiano, e un romantic drama

[ ''genere'' a cui si possono ascrivere – rimanendo al periodo recente, in un humus sundance, ''partendo'' da National Lampoon's, passando per John Hughes e ''arrivando'' a Judd Apatow : ''There's Something About Mary'' - B. e P. Farrelly - '98, ''Garden State'' - Zach Braff - '04, ''Clerks II'' - Kevin Smith - '06, ''Watching the Detectives'' - Paul Soter - '07, ''Gigantic'' - Matt Aselton - '08, ''(500) Days of Summer'' - Marc Webb - '09, ''AdventureLand'' - Greg Mottola - '09 ( e, volendo fare un salto ''autoriale'' : "Her", "Two Lovers", "Eternal SunShine of the SpotLess Mind" ) ],

All the Real Girls”, con l'adorabile Zooey Deschanel ( Gigantic e (500) Days of Summer ), la ''nuova'' Molly Ringwald, e si accingeva a dirigere il suo quarto lavoro ''pienamente'' drammatico, “Snow Angels

[ ''George Washington'' e ''All the Real Girls'' in pratica possono essere considerati i fratelli minori rispettivamente di ''Undertow'' e ''Snow Angels'' per quanto riguarda questa parte di percorso della carriera del regista atta a rappresentare l'esperienzale racconto della crescita fisico-emotiva della Provincia U.S.A. ( North Carolina, Georgia...) ],

prima di buttarsi ( per nulla via ) in una sua personale trilogia demenziale comprendente i successivi “Pineapple Express”, “Your Highness” [ consanguineo del "Year One" di H.Ramis ( col M.Cera di "SuperBad", "Scott Pilgrim vs. the World" e "This is the End" ( tutto torna...vedi sotto, e sopra...), e ancora con la N.Portman di ''Garden State'' a contendere ( con Kirsten Dunst ) a Z.Deschanel il ruolo di Ragazza della Porta Accanto ] e “the Sitter”, tutti più o meno abitati e fomentati dalla combriccola comprendente Judd Apatow, James Franco, Evan Goldberg, Seth Rogen, Jonah Hill, Danny McBride etc...

[ per fare un titolo NON a caso che li racchiude quasi tutti : ( il seminale ) “SuperBad” ( compagno di ''the Sitter'' e ''Project X'' ) di Greg Mottola (AdventureLand) che – e così ''Chiudiamo il Cerchio'' tirando in ballo Edgar Wright e la sua fenomenale Trilogia del Cornetto ( o degli Idioti ) – ha diretto la coppia Simon Pegg e Nic Frost ( “Shaun of the Dead”, “Hot Fuzz” e “the World's End” - quest'ultimo fratello di sangue del meno riuscito ''This is the End'' ( a sua volta fratello maggiore di ''SuperBad'' ) di Golberg/Rogen/Franco...in cui proprio Franco e Rogen ipotizzano concretamente di dare un seguito a “Pineapple Express''...) in ''Paul'' ] },

ed ora promessa mantenuta con “Prince Avalance”, “Joe” ( a suo modo – pur nascendo motu proprio - una riscrittura e una conseguenza giustappunto di ''Undertow'' ) e “MangleHorn”, sotto l'egida produttiva di Terrence Malick ( a sua volta tre anni dopo Green produrrà l'esordio di Jeff Nichols, ''ShotGun Stories''...) - uno ''strano incontro''

[ ma non breve, essendo la poetica di Green molto vicina allo stile malickiano : il voice over che mano a mano passa di mano in mano dal narratore al fratello maggiore e poi al fratello minore ( giocando con le sorti del ragazzo più grande, questo è vero ) è una delle scelte più azzeccate dell'intera pellicola, e – se l'inzio è alla “BadLands” - il finale è Puramente alla “Days of Heaven” : puramente. Col cielo stellato di Charles Laughton racchiuso in un asettico, perentorio, bellissimo, ''anti''-Grant Wood quadro familiare : a fare da controcanto all'altro Ritratto di Famiglia, quello che nascondeva il Tesoro, quello si, in parte, American (Southern) Gothic ]

tipo l'Herzog-Lynch di “My Son, My Son, What Have Ye Done“, e così ''chiudiamo'' un altro cerchio-sottoinsieme facendo il nome di Michael Shannon ( sodale di Jeff Nichols così come Joaquin Phoenix lo è di James Gray ) - gira questo “Undertow” con solido felice mestiere.

 

 

LO SPECIMEN.


La fotografia è del sodale, malickiano ( aggettivo abusato ma pertinente ) Tim Orr : veleggia tra la normalità spinta all'eccesso e una metallica, profonda, ricca naturalezza articolata e sorprendente : il brulichio amorfo e morente di Transformers ( Michael Bay-Mitchell Amundsen-Amir Mokri) vivificato. Vi è in essa un'ambiguità sincera per l'ambiente ritratto.

 

Le musiche originali (quelle addizionali sono di David Wingo e Michael Linnen) sono di Philip Glass (didgeridoo si, banjo no):

 

Con canzoni - ''locali'' (North/Sud Carolina, Georgia) e non - di Pyramid (ShotGun Stories), Dynamite Brothers, BoxHead Ensemble, etc...

 

Il montaggio – con altezzosi-simpatici-subliminali-lievi freeze frame – è di Zene Baker e Steve Gonzales.

 

Fotografia, musica e montaggio poi si radunano condensati specialmente nella messa in scena dei titoli di testa, un piccolo ''cortometraggio'' a sé stante ma ottimamente amalgamato nell'economia della pellicola { in cui Green ci mette del suo aggiungendoci anche un paio di zoom [ uno digitale ( + freeze frame annesso e connesso ) ed uno puramente analogico-meccanico ] niente male }, girata basandosi s'una sceneggiatura stesa a 4 mani dallo stesso regista con Joe Conway partendo da un soggetto di Lingard Jervey (ovvero: Terrence Malick).

 


2. L'ETÀ DELL'ABBANDONO.


BACKYARD.


L'ecosistema è quello di the Night of the Hunter/WalkAbout, BadLands/Days of Heaven, Big Fish/A Perfect World, Deliverance/True Detective, Mud/Joe, Low Tide/Stop the Pounding Heart, Julien Donkey-Boy/the Heart Is Deceitful Above All Things, Ken Park/Winter's Bone, la specie non è la stessa.

 

E' un film in cui, tra la fatica e il pianto, il riscatto e il dolore, si mangia e si ride di gusto, a tratti.

 


LA TRAMA.


Anni '70. Chris ( Jamie Bell ), un ragazzo, e Tim ( Devon Alan ), un bambino, sono due fratelli, figli di John ( Dermot Mulroney ), e col padre abitano nella Georgia rurale ( sud-est degli U.S.A. ) formando quel che resta della famiglia Munn dopo la scomparsa della loro madre e moglie, almeno fino a quando non si presenta in scena il loro zio, Deel ( Josh Lucas ), fratello di John e probabile evaso.


Col passare del tempo il sangue si mischierà ulteriormente e prenderà a scorrere copioso, e


––– mentre i fratelli sono in fuga nei dintorni, con Chris che, lasciata una specie di ragazza ( Kristen Stewart, apparizione umbratile e solare come in “InTo the Wild” - invece un'ulteriore menzione particolare merita la piccola scena con protagonista la cassiera interpretata da Leigh Higginbotham, e tutta la parte coi coniugi Pela : Eddie Rouse e Patrice Johnson ) per trovarne forse una vera ( Shiri Appleby, veramente molto brava ), ha - dal suo PdV a ragion veduta - una cattiva opinione della polizia { che fa il suo lavoro...''collaborando'' col padre presente [ che, per esempio, non gli ha mai insegnato a guidare la macchina, forse anche perché (omissis-spoiler) ] : ma quando il padre non collabora o è assente ecco che il Potere Esecutivo assume per forza di cose il ruolo di Polo Opposto al Punto di Fuga dell'Orizzonte }, e pure per questo scappa e non chiede aiuto - e rifugio dall'orco - all'Autorità Costituita –––


ne salterà fuori dell'altro, fresco seppur anziano ( Bill McKinney e Thelma Louise Carter ), alla fine, per via mitocondriale.

 


TU, SANGUINOSA INFANZIA.


Ed ora per piacere fatemi il favore : alzi la mano chi non ha, mai, assaggiato fango e vernice, ed organizzato la propria libreria-biblioteca a seconda dell'odore della carta emanato dai libri.

 

" L'ho letto un libro sulle pulci...! Ma tanto tempo fa... E l'ho quasi dimenticato...".


Si, è un film mitologico ( su su sino ai fratelli Grimm e a Mark Twain ), e la figura del fratellino si staglia con un nitore facilmente assimilabile che nutre l'empatia spettatoriale d'inusitata meraviglia, sorprendente prodezza e disinvolta autenticità : c'è qualcosa nei dialoghi scritti per quel personaggio che mi ricorda la primordiale forza espressiva rivelatrice di Steven Millhauser, Jonathan Lethem, Percival Everett e Richard Powers : un complice e paradossalmente ben riconoscibile manifestarsi del recondito che abbiamo sempre saputo essere parte parte di noi e albergare ancora in qualche angolo sopravvissuto, e che da tanto tempo – dagli albori delle favole e delle fiabe che ci hanno plasmato - non ci sentiamo più pronunciarlo : è l'Inaudito fanciullo.

 

(Outtake? Nella versione della pellicola cui ho assistito questa scena del pre-finale non è presente, ed è un momento quasi essenziale per ricondurre il vero finale verso uno sbocco reale oppure uno più onirico; e quindi, probabilmente, la sequenza elisa è stata volutamente stornata.)

* * * ¾  ( 7 ½ )  - versione doppiata -  

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