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Che le madri possano vivere

Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film

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La recensione su Che le madri possano vivere

di mck
8 stelle

Mani pulite.

 

Breve ed ingenuamente/sinceramente/scientemente aulico docu-drama educativo-divulgativo sulla scoperta effettuata a metà del XIX secolo, 25 anni prima di Louis Pasteur (1822-1895) e Joseph Lister (1827-1912), da Ignác Fülöp Semmelweis (1818-1865), medico ostetrico di origini ungheresi di stanza a Vienna, che ridusse la mortalità puerperale nel reparto di maternità dell'ospedale in cui lavorava portandola dal 12 all'1,25 per cento utilizzando antisettici e obbligando i colleghi e i sottoposti a lavarsi le mani e disinfettare gli strumenti dopo aver visitato ogni paziente (Céline, allor’ancora Louis-Ferdinand Destouches, gli dedicò la propria tesi di laurea in medicina, e Kurt Vonnegut lo annoverava tra i propri eroi). Osteggiato dagli stessi colleghi e dai suoi superiori, fu costretto a dimettersi, cadde in depressione e morì in manicomio per una setticemia insorta a causa delle ferite infertegli dalle guardie e per la scarsa profilassi probabilmente da lui stesso non contrastata.

“Così egli morì, e così fu sepolto e dimenticato... Dimenticato no: nessun uomo che abbia dato al mondo un'idea immortale può essere dimenticato.”

 

 

Uno dei primi cortometraggi di Alfred “Fred” Zinnemann (1907-1997; "High Noon", "From Here To Eternity", "Julia", "Five Days One Summer"), americano (sbarcato a New York nell’anno della Grande Depressione¹, qualche mese dopo prese un Greyhound per Hollywood) di origini polacco-austro-ungariche, principia in un moderno ospedale per poi immediatamente trasportarsi un secolo addietro e (con un parziale percorso biografico di ritorno) a diecimila chilometri di distanza, attraversando due continenti e un oceano, costruendo (la sceneggiatura è di Herman Boxer che, come per altre produzioni dello stesso genere e periodo, si avvale della collaborazione scientifica di Ryland R. Madison) un climax che, portato al suo apice terminale dalla voce narrante di John Nesbitt (1910-1960), autore e conduttore radiofonico che proprio allora stava diventando una star col suo “the Passing Parade”, sfocia, coadiuvato dalle musiche di David Snell, in un montaggio frenetico e in un fuori fuoco (il direttore della fotografia è Harold Rosson: “Madame Satan”, “Captains Courageous”, “the Wizard of Oz”, “Duel in the Sun”, “On the Town”, “the Asphalt Jungle”, “Singing in the Rain”) sulla maschera dell’ottimo protagonista Shepperd² Strudwick (1907-1983), anch’egli semi-esordiente, e, adempiendo al compito assegnatogli, “That Mothers Might Live” vinse per la MGM un Oscar nel 1938 nella categoria One-Reel (una bobina).

¹ “New York was a terrific experience, full of excitement, with a vitality and pace then totally lacking in Europe. It was as though I had just left a continent of zombies and entered a place humming with incredible energy and power.” – Fred Zinnemann, “A Life in the Movies - An Autobiography”, 1992.

“Si appartiene a New York all’istante, le si appartiene in cinque minuti quanto in cinque anni.” - Thomas Wolfe. (Poi ci sono le sirene di Los Angeles; NdR.)

² Nei titoli citato come “Sheppard”.

* * * ¾ - 7.5 

Due secoli dopo.
- https://www.epicentro.iss.it/infezioni-correlate/impatto-salute-economia
- https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=120238

 

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