Regia di Patricia Ferreira vedi scheda film
Commedia esile esile realizzata al solo scopo di promuovere le fotogeniche bellezza turistiche del Vietnam, Paese il cui ente del turismo ha evidentemente finanziato questa operazione paratelevisiva di poca monta.
L'ente del turismo vietnamita produce de facto questa “Thi Mai”, sottilissima commedia spagnola la cui unica ragione d'esistere altra non è se non quella di promuovere le zone più fotogeniche del sopracitato Paese indocinese. Il plot ruota attorno a tre amiche sulla cinquantina, completamente diverse per carattere, estrazione sociale e status famigliare, ma nonostante ciò assolutamente inseparabili, che sebbene mai uscite dai patri confini decidono di viaggiare in Vietnam per andare a prendere la bambina adottata dalla figlia di una delle tre, venuta a mancare in un incidente stradale proprio prima che la bambina le venisse affidata in adozione. Ora, la serie allucinante di coincidenze che la sceneggiatrice Marta Sanchez ha affastellato solo per poter dare il la al film merita un profondo inchino. Non era facile. Ma non è l'assurdità delle premesse a causare la bocciatura dell'opera, che fior fior di capolavori hanno affondato nel corso degli anni le proprie radici in situazioni non certo più verosimili di queste. No, il vero handycap del film è l'aver voluto (dovuto?) a tutti i costi adattare la sceneggiatura a esigenze di sfondi da cartolina che ben poco avrebbero avuto a che spartire con un viaggio meramente 'burocratico' come quello intrapreso da Carmen, Rosa e Elvira. Gags ve ne sono a bizzeffe, ma il livello è paratelevisivo, altro chiaro segno di quale fosse il target dei produttori (“Artesmedia”, società attiva prettamente nel campo televisivo), confermato questo anche dalla scelta di Carmen Machi come attrice protagonista. La Machi non è infatti particolarmente nota in campo cinematografico, ma è in Spagna stella televsiva di prima grandezza grazie alla popolare serie TV “Aida” andata ininterrottamente in onda dal 2005 al 2014.
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