Questa playlist trae parziale ispirazione da un articolo, "Il gioco degli sguardi, costante hitchcockiana" di Giancarlo Beltrame, pubblicato sul sito hitchcockmania.it dedicato appunto al regista inglese. Leggendolo, infatti, mi sono tornati alla mente altri articoli e saggi dedicati ad Hitchcock nei quali veniva messo in risalto il ruolo centrale rivestito da alcuni oggetti in molte delle scene clou dei suoi film. Oggetti apparentemente comuni che, calati nel contesto del racconto, assumono un'importanza cruciale. L'idea di farne una playlist è venuta subito dopo. Richiami ad altri film, anche di altri registi, sono ovviamente benvenuti!
Coltello. La protagonista del film, Alice, usa un coltello per uccidere l'uomo che stava tentando di violentarla. Il giorno successivo, com'è ovvio, si sente stranita, confusa. A colazione, l'unica parola che risuona chiaramente alle sue orecchie è "Coltello". Finché il padre, al culmine del climax, le chiede di passargli il coltello per affettare il pane.
Pistola. In questo caso, l'importanza dell'oggetto sta tutta nell'impatto visivo. La mano gigante del dottor Murchison che impugna un'enorme pistola dimostra ancora una volta che nei film di Hitchcock niente è mai casuale o gratuito. Ogni movimento di macchina o, per così dire, "effetto speciale" è giustificato dalla reazione che il regista vuole suscitare nel pubblico, anche attraverso un oggetto inanimato.
Chiave. La scena è probabilmente la più famosa del film: con un dolly, Hitchcock ci mostra dapprima la sala da ballo nella quale è in pieno svolgimento un ricevimento. Poi, lentamente, si sposta sulla figura intera di Ingrid Bergman. Si avvicina sempre più, fino a mostrare la sua mano e ciò che stringe: la chiave che consentirà a lei e a Cary Grant di entrare nella misteriosa cantina del marito dov'è custodito l'uranio. A mano a mano che la macchina da presa si avvicina alla chiave si avverte una crescente tensione che culmina proprio con la vista della chiave. Per questo film, si potrebbe citare anche la tazzina con il caffè avvelenato che non fa altro che confermare i dubbi che Ingrid Bergman già nutriva circa il complotto ordito alle sue spalle.
Occhiali. Come rimarcato dall'autore dell'articolo citato in premessa, spesso in Hitchcock vi è una sorta di equivalenza fra la distorsione della visione e la distorsione morale o sessuale di uno dei protagonisti dei film. Non a caso, in questo film l'omicidio della moglie di Guy viene mostrato attraverso un riflesso sugli occhiali della donna caduti a terra. Altro oggetto importante nel film è l'accendino, che se ritrovato nel luogo del delitto smaschererebbe il colpevole.
Forbici. È l'arma del delitto, quella con cui Grace Kelly uccide il suo aggressore, complice del marito. Ma è anche l'oggetto attorno al quale ruota una delle scene più forti del film: la mano della donna protesa verso il pubblico, una richiesta d'aiuto amplificata dall'effetto 3D (che evidentemente non è invenzione dell'uomo moderno!). Parlando di questo film, Hitchcock era solito dire: "Le forbici sono il modo migliore". Il riferimento non era solo all'atto di compiere un omicidio, ma anche al modo di renderlo sullo schermo: un buon montaggio, spesso, vale più di qualunque altra soluzione...
Macchina fotografica. La macchina fotografica e i relativi accessori rappresentano il vero motore dell'azione. Essi, infatti, consentono alla storia di nascere - se James Stewart non avesse spiato i vicini non avrebbe mai sospettato l'omicidio - e di concludersi, con i flash ripetuti che, abbagliando l'assassino, permettono a James Stewart di salvare la pelle.
Doccia. Riconosco che, rispetto agli altri film che ho citato, la doccia non sia propriamente un oggetto. Quello che però mi ha colpito è l'importanza che ogni elemento della doccia ha nella scena dell'omicidio di Marion Crane. Innanzitutto l'acqua che esce dalla doccia e scorre placidamente, ridando forza a Marion dopo la fuga dalla città. Poi, la tendina della doccia, attraverso la quale vediamo una sagoma, dapprima sfumata, poi dai contorni sempre più definiti, avvicinarsi alla donna brandendo quello che in seguito scopriremo essere un coltello. Poi lo scarico della doccia, con il vorticare frenetico dell'acqua che via via si scurisce per la presenza del sangue. Ed infine i tre elementi insieme: l'acqua che continua ad uscire indifferente dalla doccia, la tendina strappata dalla mano di Marion alla ricerca di un ultimo appiglio che possa salvarla, e poi ancora lo scarico con i piedi inermi della morta poco distanti.
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