I primi anni di lavoro, emigrante in una brutta citta` (Milano) che non sento mia, che sento ostile, fredda e chiusa (ok, non lo e`, ma questo e` quello che provavo allora).
Al cinema da solo, pochissimi spettatori, qualcuno esce proprio mentre il personaggio sullo schermo gli sputa addosso.
Mi sento solo in un mondo di merda, Milano mi sembra uguale alla citta` raffigurata nel film.
Francamente non riesco nemmeno a capire il film (capiro` meglio con "Toto` che visse 2 volte", secondo me superiore, in cui probabilmente il messaggio e` lo stesso, ma piu` chiaro), ma mi resta qualcosa addosso mentre, uscito dalla sala, mi avvio verso casa, nel buio in bianco e nero della notte. Qualcosa che mi fa capire che la vita non e` come quella raffigurata nel film, Milano non e` come la citta` del film, la realta` non e` cosi` nera come la vedevo. Capisco che nella vita c'e` della bellezza che mi sfuggiva.
Il vedere un film che rappresenta un mondo assolutamente senza bellezza (questo come "toto`") mi fa capire meglio cosa sia la bellezza: quella cosa che, inizio a percepire, c'e` intorno a me, ma non c'era nel film.
Insomma: togli un ingrediente, assaggi, e capisci l'importanza dell'ingrediente tolto, impari a condire meglio il piatto, e apprezzi di piu` il cibo che mangi.
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