Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Una ragazza sta andando in California per raggiungere il fidanzato, sposarlo e prendere possesso della loro fattoria; ma la diligenza sulla quale viaggia viene assalita da una banda di ex sudisti convertiti al brigantaggio, il cui capo si invaghisce di lei. Sicuramente un’opera minore nella filmografia di Walsh: trama elementare, durata breve, elementi naïf che oggi fanno sorridere (l’indiano parla usando i verbi all’infinito, ogni tanto qualcuno lancia oggetti contro la macchina da presa per far vedere l’effetto 3D). Ma i personaggi sono ben definiti, e con una loro dignità: il bandito non vuole tanto la donna quanto il mondo che lei rappresenta, in un’impossibile regressione al mitizzato Sud di prima della guerra; d’altra parte il braccio destro gli si ribella proprio perché ha tradito gli ideali originari ed è diventato un semplice criminale; il fidanzato, inizialmente attento solo al proprio orticello, si converte all’interventismo quando ormai potrebbe tirare dritto per la sua strada (starà parlando velatamente di maccartismo, come Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco? chissà); e la messicana, che non vede nulla al di là del proprio amore per un uomo che non la vuole più, fa tenerezza.
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