Regia di Marco Segato vedi scheda film
Esordio nel cinema di finzione del documentarista Segato, già aiuto regista di Mazzacurati, a cui è dedicato il film. Da Carlo prende i luoghi, le facce, quel Veneto dolomitico fatto di piccole comunità e antiche tradizioni. E' molto bravo, Segato, a far respirare quelle montagne, quella natura fortissima, tanto che la montagna si prende il ruolo di vera protagonista, annientando quasi la storia, piuttosto flebile. Segato realizza, per grugni e fucili, quasi un western, dove Paolini, bravo, è un "bounty killer" ma non di uomini, bensì di orsi. Insieme a lui, suo figlio, il giovane Leonardo Mason, che non mi è piaciuto affatto. L'avventura di padre e figlio finirà, come tradizione, veramente nulla di nuovo, per farli avvicinare, per far venire a galla verità taciute, mano a mano che le vette si fanno più vicine al cielo e che l'orso viene sempre più braccato. Un piccolo film, da premiare quantomeno per l'anomalo modo di porsi verso il Cinema italiano, sempre più precotto, con questa sua vena di documentarismo, di realismo, che si mischia con un dramma troppo scontato e troppo debole. Rimane una visione piacevole, ma siamo ben lontani, per esempio, da un Cinema simile, tipo quella di Andrea Segre, anche lui "figlio" di Mazzacurati.
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