Regia di John Glen vedi scheda film
Una spy story comunque non propriamente avvincente.
È l'era dei primordi dell'informatica, e anche la EON Productions di Albert R. Broccoli e del figliastro Michael G. Wilson si aggiorna in argomento, inventandosi un cattivo (Max Zorin/Christopher Walken, biondo schizoide che sghignazza in segno di perenne malaugurio) che intende inondare la Silicon Valley per egemonizzare la vendita di microchip. Ad impedirglielo, un Roger Moore attempato e visibilmente non più granché tagliato per la parte: lui stesso ha confessato di essersi sentito in imbarazzo a recitare con chi (Tanya Roberts) avrebbe potuto essere sua figlia, in una spy story (stesa da Wilson e Richard Maibaum su base del racconto Passaggio e morte) comunque non propriamente avvincente: il prologo siberiano è di scarsa vitalità, e il ricevimento all'ippodromo è quasi noioso. Il finale, con la lotta tra Walken e Moore sui tralicci del Golden Gate Bridge di San Francisco, è una delle poche sequenze adrenaliniche, insieme alla scena in ascensore che anticipa Trappola di cristallo e a Zorin che disintegra compiaciutamente il suo staff imbracciando il mitra nella miniera. La cantante giamaicana Grace Jones è una Bond girl di carattere. Sesto e ultimo episodio con l'interprete londinese, che lascia le vesti dell'agente a Timothy Dalton.
La hit pop-rock A View to a Kill dei Duran Duran accompagna i titoli di testa con design di Maurice Binder. La colonna sonora è come sempre di John Barry.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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