Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
Mastroianni sarà Mastroianni, il tasso drammatico sarà convincentemente alto e mai in degenerazione verso il patetico, la storia sarà compatta e tutto quel che si vuole, ma rimane un film di due ore in cui succedono pochissime cose e la camera cerca di riempire, vagando per paesaggi desolati e desolanti, il vuoto delle azioni. E' un lavoro pregno di nostalgia, un sunto dell'esistenza umana agli occhi di una terza età sconfitta (dagli avvenimenti esterni e da sè stessa), con una vena nichilista che tracima nel finale probabilmente un po' eccessivo. I presupposti sono nobili, ma come si può guardare un film dove c'è un intervento parlato ogni cinque minuti, e spesso pure completamente inutile? Ma, se può consolare, cinque anni dopo l'altra collaborazione fra il regista greco e l'attore italiano (Il passo sospeso della cicogna) farà pure di peggio.
Grecia. Ex maestro in pensione, con la passione dell'apicultura, al matrimonio della figlia raccoglie le sue arnie sul suo furgone e parte verso sud. Attraversa una nazione desolata, fatta di ricordi sbiaditi e amarezze; nemmeno l'incontro con una giovane autostoppista, con cui ha una breve relazione, risolve il suo dilemma interiore. Libera così tutte le sue api in un campo, si stende e si lascia aggredire a morte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta