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La vita è meravigliosa

Regia di Frank Capra vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La vita è meravigliosa

di Odisseo
8 stelle

Vigilia di Natale. Una cittadina da cartolina, già imbiancata dalla neve, sulla quale cadono ancora fiocchi, nel silenzio della sera. Una quinta scenografica indimenticabile per la più bella delle fiabe natalizie cinematografiche. E' il punto di arrivo del cinema di Frank Capra, che qui celebra ancora una volta l'eccezionalità dell'uomo comune, rappresentando la vita non com'è, ma come dovrebbe essere: appunto, meravigliosa. Lo scarto è registrato anche dalla narrazione, che "disfa" nell'incubo dell'uomo non nato (l'esatto contrario del "nosferatu", il non morto del cinema del vampirismo), quello che ha appena "fatto", che ha cioè raccontato nel lungo flashback. Il valore esemplare di questa operazione è confermato dalla straordinarietà della vita di George Bailey. Se chiudiamo gli occhi e proviamo a pensare alla vita che ci scorre a fianco come se non fossimo mai venuti al mondo, difficilmente ci sentiremmo tanto importanti quanto George Bailey (quanti di noi hanno salvato la vita al proprio fratello? Quanti l'hanno resa meravigliosa per così tante persone?). Ma non è questo il punto per Frank Capra. L'iperbole funge da rafforzativo, proprio come si trattasse di una parabola. La parabola del buon uomo comune, la parabola dell'esponente sano della middle-class. Per Capra il messaggio è: la vita è meravigliosa, la vita di tutti, quando è vissuta nel rispetto della triade morale (Dio-patria-famiglia), ma in un rispetto che sia attivo e non ipocrita, lo stesso, appunto, di George Bailey, che ha il coraggio di rifiutare le offerte allettanti, ma contaminanti del cattivo capitalista di turno, quel mister Potter che è il simbolo di un eccesso che Capra depreca. Con una narrazione chiara, ma sottilissima (quanti fili intreccia la trama di Capra), e supportato da un cast eccezionale (James Stewart su tutti), "La vita è meravigliosa", a dispetto dei rischi che una "parabola" narrata nel ventesimo secolo comporta, conserva ancora oggi un fascino innegabile. Perché in fondo, con la sua affermazione del valore del singolo e la sua vigorosa presa di posizione contro l'avidità e il materialismo indiscriminato, è una delle opere più "rivoluzionarie" che siano mai state girate.

Sulla trama

L'angelo "di seconda classe" Clarence, viene inviato sulla Terra la vigilia di Natale per occuparso del caso di George Bailey e avere così l'occasione di guadagnarsi le ali. George è una persona speciale che un tracollo finanziario ha portato sull'orlo del suicidio. San Pietro racconta a Clarence tutta la storia del suo uomo, scandita da sacrifici e da comportamenti esemplari. George, che è un marito innamorato e un padre affezionato, nel corso della vita ha agito sempre per il meglio: ha salvato il fratello che stava per annegare fra i ghiacci, ha impedito a un farmacista di consegnare del veleno al posto di una medicina, ha rinunciato al sogno di diventare un esploratore e di laurearsi per aiutare il padre e lo zio, titolari di una ditta di "mutui e prestiti", ha difeso i diritti della povera gente contro le pretese del ricco e feroce Potter. Per impedire a George di mettere in pratica il suo insano proposito, Clarence gli mostra che cosa sarebbe stata la vita delle persone che lui conosce e ama, se non fosse mai venuto al mondo. E George si rende conto di quanto sia meraviglioso vivere, mentre una gigantesca colletta organizzata dagli amici risolve tutti i suoi problemi finanziari.

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