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Il bacio della pantera

Regia di Paul Schrader vedi scheda film

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La recensione su Il bacio della pantera

di Mr Rossi
6 stelle

Remake dei primi anni ottanta ispirato a un vecchio classico dell' horror americano degli anni quaranta, che si fa notare solo per la colonna sonora d' autore e alcune scene di sangue, orrende trasformazioni e nudi femminili.

   Tipico remake americano dei primi anni ottanta che si fa notare solo per qualche scena truculenta di sbranamenti e orride trasformazioni, dalla trama liberamente ispirata a quella di un vecchio film in bianco e nero del 1942, con storie di donne e uomini pantere che devono uccidere per rimanere umani e possono amarsi solo fra di loro, altrimenti si trasformano in belve feroci. La protagonista è una bella ventenne orfana e ancora vergine (N.Kinski) che incontra dopo tanti anni il fratello (Mac Dowell) mai più rivisto da quando era piccola. In un contesto moderno un personaggio femminile come quello sembra incredibile anche se si innamora subito di un sovraintendente dello zoo comunale responsabile anche degli animali più pericolosi rinchiusi nelle gabbie (Heard) uno che può capirla veramente, sopratutto dopo esserci andato a letto. A una storia così assurda quanto orrenda fanno da sfondo poche e brevi scene di nudo girate di notte con l' allora giovane Nastassia Kinski che vaga nelle atmosfere notturne, paludose o urbane di una irreale e desolata New Orleans contemporanea, con il sottofondo delle suggestive musiche di Giorgio Moroder, degne di un video spot di un prodotto di marca. Questo indigesto connubio tra bestialità contronatura, sesso e sangue è l' ennesima conferma di un malcelata sessofobia misogina ancora presente nella subcultura di molti registi americani di film horror, anche in tempi meno remoti del vecchio film ispiratore. Per farla breve si vede più sangue che altro.

 

   Rispetto a un attore come l' inglese Malcolm Mac Dowell, guarda caso ancora una volta con il suo sorriso perfido nei panni di un personaggio misterioso e perverso anni dopo "Arancia Meccanica" , la Kinski, scelta per il suo volto felino da gattina spaurita, era sicuramente più adatta a interpretare film d' altro genere, nonostante che in questo film horror la sua interpretazione sia abbastanza intensa per essere stata una attrice più fotogenica che espressiva. La bella figlia di Klaus Kinski aveva già interpretato un ruolo di coprotagonista in un film horror del 1976 ("Una figlia per il diavolo" di Peter Sykes) ma si trattava di un film inglese a basso costo girato sulla scia del successo dell' "L' Esorcista",al quale la giovane neoattrice partecipò solo per farsi notare, specialmente in una breve scena di nudo integrale. Dopo questa sua seconda esperienza horror passò volentieri alle commedie brillanti moderne e ai melodrammi sentimentali in costume girati da altri registi americani come "Delitto imperfetto" di John Landis, "Due padri di troppo" di Ivan Reitman, "Maria's lovers" di Andrei Konchalowskj e "Acque di primavera" di Jerzy Szolimowski, tutti film di scarso successo internazionale.

 

   Ovvio che quei due film horror con la Kinski oggi incuriosiscono solo per la sua bella presenza, anche perchè con l' avanzare dell' età e la conseguente perdita della sua bellezza giovanile, lei interpretò dei film sempre meno noti e visti, affidandosi spesso a dei registi pretenziosi ma di scarsa fantasia e partecipando anche a dei grossi fiaschi girati da registi più affermati come "Un sogno lungo un giorno" di Francis Ford Coppola, "Revolution" di Hugh Hudson, "Il sole anche di notte" dei Fratelli Taviani e "Una notte al chiaro di luna" di Lina Wertmuller,. A parte quelli diretti da Polanski e Wenders e da pochi altri registi di nicchia, sono stati pochi i film memorabili da lei interpretati dalla metà degli anni ottanta in poi, in una carriera cinematografica con più bassi che alti ma considerando sopratutto il suo paese d' origine si tratta comunque di un grande traguardo.

 

  Per qualche cinecritico italiano Nastassia Kinski non era ancora un attrice ma solo una fotomodella figlia d'arte anche se più fortunata rispetto al padre, guest-star antagonista internazionale in film commerciali di basso livello, a parte quelli di Herzog. Per altri era meglio per lei se si spogliava di più come ai suoi esordi. Su gli ancor più sconosciuti film di genere drammatico-psicologico con la Kinski di registi italiani come Luciano Martino, Francesco Maselli e Sergio Rubini è meglio stendere un velo pietoso: Visti da nessuno, a parte qualche cinecritico che li ha snobbati volentieri e ancora oggi introvabili nel mercato dell' home-video, perchè subito dimenticati nonostante la bella presenza di quell' attrice tedesca, in quel periodo abbastanza nota anche in Italia. Per la cronaca Nasty tornò a Hollywood, dove interpretò delle parti principali in altri film di vario genere (azione, drammi, commedie e thriller) ma oggi altrettanto ignoti come i registi che li hanno diretti.

 

   Il resto del cast del film di Paul Schrader comprende cooprotagonisti di discreta presenza come John Heard e Annette O’ Toole, attori di minor fama che poi non parteciparono a dei film più famosi di questo. Notevoli i titoli di testa, con un pezzo cantato da David Bowie dal ritornello che sentito da noi suona in un altro modo. Pur essendo diretto da uno sceneggiatore di noti registi americani come Martin Scorsese, il suo film horror risulta, specialmente nel secondo tempo, più lento e confuso. Più riusciti certi flashback onirici, veri e propri incubi visivi nel mezzo della lugubre e sanguinaria vicenda. Per i fans dell' horror e della Kinski il film di Schrader merita comunque una visione.

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