Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Un pugile e una ballerina di night club incrociano le loro vite nei bassifondi di New York. Lui perde un incontro e l'ultima chance di successo, lei si mette nei guai col losco proprietario del locale.
Su una base noir piuttosto convenzionale (che nell'intenzione di regista e produttore consentiva al film maggiori possibilità commerciali), Kubrick gira un film ancora acerbo ma ricco di simboli e riferimenti ben più colti e complessi della media dei Bmovies coevi.
Il regista comincia qui a esibire il gusto per le inquadrature geometriche e per i movimenti di macchina simmetrici, che diventeranno un marchio di fabbrica e un manifesto ideologicoestetico (la telefonata tra Davey e lo zio, è inquadrata in un triplice gioco di specchi con la stanza di Gloria, che si intravede fuori dalla finestra).
Anche per la povertà dei mezzi, il film è irrisolto (e il finale è posticcio e aggiunto per rendere il film più popolare) ma vale la pena vederlo.
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