Regia di John Sturges vedi scheda film
In conformità al romanzo breve di Hemingway, per quasi tutto il tempo vediamo il protagonista solo sulla sua barca. Il risultato è un film inevitabilmente sbagliato, perché ciò che funziona sulla pagina scritta non può essere trasferito pari pari in un racconto per immagini: per fare in modo che Tracy non debba parlare continuamente fra sé e sé (cosa che del resto fa già a sazietà) c’è una voce off invadente come poche altre, che traduce per filo e per segno i suoi pensieri a beneficio dello spettatore (e che peraltro anche nelle scene ambientate a terra descrive le azioni mentre le vediamo compiersi e arriva addirittura a surrogare i discorsi diretti, con effetti francamente ridicoli). E poi manca il respiro dei grandi spazi aperti, tanta e tanto percepibile è la differenza fra i primi piani di Tracy, che sputa sentenze e si agita nella vasca di qualche studio hollywoodiano, e le autentiche riprese marine. Tutto ciò per quanto riguarda la forma: il difetto di contenuto, ossia la banalità dell’episodio scelto come metafora dello scontro fra uomo e natura, si trovava già nel libro. Un film che non appassiona minimamente.
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