Regia di Antonio D'Agostino vedi scheda film
Gli esordi nel cinema di Roberto Coatti, in arte Eva Robin's, ruotano attorno a una trilogia di soft-porno della quale Eva man (Due sessi in uno) è il secondo titolo (il primo era stato, l'anno precedente, La cerimonia dei sensi, diretto sempre da Antonio D'Agostino; nel 1982 seguirà El regreso de Eva man, regia: Zacarias Urbiola). Chiaramente una pellicola come questa non ha nessun tipo di valore artistico: raffazzonata, con inserti hard eventualmente sacrificabili per la versione definibile semplicemente 'erotica', Eva man è soltanto un prodottino inconsistente con pochi mezzi in più di un comune porno (c'è perfino qualche cambio di scena e di costumi, per dire - anche se spesso e volentieri gli attori 'recitano' nudi), ma anche molti in meno di una pellicola che si possa prendere sul serio. Di questo lavoruccio rimangono, oltre alla curiosità di ammirare il fallo esibito da Eva Robin's qua e là, i duetti - anche a letto - con il trans Ajita Wilson (trans vero e proprio, operato e tramutato in donna) e la partecipazione, nel ruolo dello scienziato russo cuon puarluata buarzelluettistuica, di Attilio Dottesio. Per il resto, poco materiale concreto anche per il pubblico voyeurista/onanista. D'Agostino scrive la sceneggiatura, o ciò che dovrebbe rappresentarla, con Luis Castro (accostamento dovuto alla co-produzione fra Italia e Spagna) e firma così la sua opera seconda in assoluto: avrà una rosea carriera nella pornografia. 1/10.
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