Regia di Alejandro Monteverde vedi scheda film
Struggente e intensa storia di formazione
Storia di un bambino di 7 anni,Pepper,che vive in una piccola provincia americana,durante la seconda guerra mondiale.Perde presto il papà,col quale aveva un rapporto speciale, chiamato al fronte al posto del fratello riformato e si ritrova a dover combattere da solo contro la crudeltà e il cinismo di chi gli sta intorno.Tanti i temi messi a tappeto,tutti molto importanti.Il bullismo,in primis, che perseguita il protagonista,chiamato "little boy" proprio per la sua piccola statura e che per questo è angariato dai suoi coetanei, pare che negli "States" questa piaga sia ancora più diffusa che dalle nostre parti.Poi la fede, la questione più intrigante,che non viene esaminata da un punto di vista prettamente religioso, ma piuttosto come attitudine,come filosofia di vita e s'incrocia con la tolleranza verso il "diverso"il "giallo" nemico sulla carta, ma di fatto unico vero amico del piccolo eroe.Quando incitato da un sacerdote comprensivo, dovrà portare a termine le sette opere di misericordia, necessarie per poter chiedere a Dio il miracolo più grande: far tornare il papà sano e salvo,ricorrerà proprio a lui ad Hascimoto,nemico o amico "per caso",che con umiltà e acume lo metterà sulla buona strada,rischiando sulla sua pelle l'intolleranza razziale.Altra lezione di vita, il vero significato della guerra,che sfugge proprio a coloro la fanno,nessuno è nel giusto,non lo sono i giapponesi che attaccarono a Pearl Harbor,senza preavviso, ma neanche gli americani che chiusero il conflitto con il lancio delle due atomiche,con incommensurabile perdita di vite umane, non ci sono dunque buoni e cattivi, ma solo disperati, che si combattono tra loro senza nemmeno sapere le autentiche ragioni, di solito interessi commerciali, camuffati da motivi ideologici o religiosi.Il lavoro è ambizioso e anche se lezioso in alcuni passaggi è sostanzialmente delicato,istruttivo,dolce e non melenso, come ho letto.
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