VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA - CONCORSO
"Bel colpo": ovvero appunto "good kill", l'ultimo commento che fa seguito alla riuscita di una operazione a distanza. Fare centro, centrare il bersaglio: la nuova tattica di guerra che consente ai nuovi militari di raggiungere l'obiettivo come giocando ad un videogame. Attraverso l'uso di droni telecomandati, i nemici o coloro che sono reputati tali vengono adocchiati, puntati, e fatti letteralmente saltare per aria: good kill, un saluto ai colleghi, e via, a casa attraverso i rettilinei desertici che separano la base militare da Las Vegas, nelle villette periferiche, tutte uguali, fredde ed impersonali che l'esercito mette a disposizione degli ufficiali come il nostro Tommy Egan. Un ex-pilota di F16ora destinato a queste non meno importanti operazioni belliche, che tuttavia lo gettano in uno stato di stress emotivo e relazionale che lo porta alla bottiglia, a vivere con freddezza la vita familiare già difficile in un contesto finto come la bizzarra capitale del gioco d'azzardo.
E dire che Tommy ha una moglie fisicamente perfetta come una dea (per forza, è January Jones!), che si rivela pure la classica premura madre di famiglia. Ma la nostalgia del volo fa brutti scherzi al nostro tormentato protagonista, a cui comunque si aggiunge la frustrazione ed il senso di colpa per alcune azzardate scelte operative che, per acciuffare pericolosi ricercati nelle zone più a rischio del pianeta, hanno giustificato il sacrificio di molti innocenti, forse anche vecchi e bambini.
Non parte malissimo il più deludente film presente al concorso veneziano, ed anzi, considerata la parabola vertiginosamente discendente di un autore che ai suoi esordi faceva emozionare e gridare all'autore, ci ha poi raffreddato sempre più con pressoché tutte le opere che lo hanno in seguito visto coinvolto. E dire che in Lord of war con l'appassito Nicholas Cage, grande inizio naufragato subito opo i cinque iniziali esemplari minuti, il regista era già intervenuto, con qualche variante, a dire la sua sul discorso bellico, spostato in quel caso sulle problematiche del traffico di armi da fuoco.
Qui nella prima mezz'ora, ma solo fino ad allora, abbiamo la sensazione che le cose buttino meglio, che il filo conduttore di una trama certo necessariamente un pò statica (ci può stare visto cche si parla di guerre e morti decise a tavolino premendo un bottone) si dipani in modo coerente rifuggendo troppe divagazioni o sentimentalismi/capricci del protagonista.
Poi però il nostro eroe torna a casa e il dramma domestico già aiuta a soffocare quel sospetto di tenuta della storia. L'ultima mezzora poi, ricattatoria, capricciosa, o addirittura "fascista" come si urlava in sala a fine proiezione, accentuata dal sospetto, poi rivelatosi una certezza, che tutti i crucci del protagonista derivano dal proprio personale egoistico disagio o frustrazione per non poter più volare e pilotare un cacciabombardiere, fa crollare ogni più volenteroso tentativo di salvare qualcosa.
Colpo di grazia finale l'azione in solitaria intrapresa dal nostro eroe per rendere giustizia ad un ripetuto episodio di violenza ai danni di una donna oggetto di controllo incrociato dal drone. Risultato: un film indifendibile, snervante, ricattatorio e biecamente moraleggiante.
Davvero un "bel colpo"...di coda festivaliero......
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