Regia di Anton Corbijn vedi scheda film
Il regista Anton Corbijn, che viene dal documentario e che con occhio documentaristico segue il dipanarsi delle vicende, forse più attento al rispetto della cronaca storica che alla costruzione della narrazione, incappa in un clamoroso errore di casting: per impersonare il bellissimo Jimmy Dean sceglie un attore come Dane DeHaan, che è bravo, certo, ma ha la faccia da topino triste e il mento sfuggente, somaticamente più vicino a Mariangela Fantozzi che al mitico protagonsta di Rebel Without a Cause.
Così, sin dalle prime inquadrature, lo sconcerto per una scelta così sciagurata annulla ogni "sospensione dell'increduità".
E per quanto tutto il resto, fotografia, scenografie, ambientazioni e comprimari sia estremamente curato, non riusciamo mai a credere davvero che quella che sta scorrendo (molto lentamente e in maniera ondivaga) davanti ai nostri occhi possa essere la storia di un mito. E alla fine, quando prima dei titoli di coda appaiono le foto del vero Dean, l'impressione di un imperdonabile errore di regia è tristemente confermata.
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