Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Una casa fatiscente e sperduta in una landa desolata situata in qualche angolo della brughiera inglese, in balia delle forze di una natura impietosa ed eretta su un rossastro terreno argilloso, improbabile sostegno per una magione di tali dimensioni. E tra le mure sferzate dal vento si aggirano gli spiriti, testimoni di atrocità neanche troppo lontane.
Guillermo del Toro strizza evidentemente l'occhio ad Edgar Allan Poe e per il suo ultimo film sceglie una ambientazione stile Casa degli Usher, e anche qui giocano un ruolo importante un fratello e una sorella legati da un rapporto intenso (Sir Thomas Sharpe e Lady Lucille come Roderick e Madeleine Usher).
Le mosse della vicenda partono però dagli Stati Uniti, e precisamente nella città di Buffalo, dove la giovane Edith coltiva le proprie aspirazioni di scrittrice sotto l'ala protettrice del padre imprenditore e self made man nel più genuino stile americano. E quando il genitore verrà a mancare vittima di un orribile omicidio, la fanciulla troverà consolazione nelle braccia di Thomas, affascinante baronetto giunto da oltreoceano per cercare i finanziamenti necessari per risollevare le sorti della propria tenuta e preso in istantanea antipatia proprio dal burbero genitore della protagonista.
Guillermo del Toro torna alla favola gotica e costruisce un delizioso quadretto dalle tinte tenebrose come le ali delle falene che infestano l'antica casa degli Sharpe, riallacciandosi alla tradizione letteraria (il sopra citato E.A. Poe, sicuramente, ma come non pensare a certa produzione piena di romanticismo così tipica dell'Inghilterra ottocentesca, un titolo su tutti: Cime Tempestose di Emily Brontë) e pure facendo l'occhiolino al gotico di casa nostra (Mario Bava e Riccardo Freda).
Quello che ne viene fuori è una pellicola godibile ma dall'impatto limitato. A parte la scena iniziale (la visita notturna alla piccola Edith da parte del fantasma della madre morta di colera) i passaggi spaventosi sono piuttosto contenuti per un film che ha la pretesa di appartenere al genere horror.
Le apparizioni spettrali hanno una certa vena caricaturale che rimarcano l'aspetto favolistico di tutto l'apparato messo su dal regista messicano, e in certi momenti più che a un film di del Toro sembra di assistere a una pellicola di Tim Burton.
Il che non è assolutamente una nota di demerito, per carità. Tuttavia la cifra stilistica propria del regista di Guadalajara, che avevamo apprezzato in opere quali Il Labirinto del Fauno o La Spina del Diavolo (ma anche in The Orphanage, di cui era produttore esecutivo), risulta annacquata.
Crimson Peak è indubbiamente una pellicola godibile e meritevole di una visione, ha quel sapore di favola gotica old-style che piacerà molto agli appassionati. Ma dubito che troverà consensi al di fuori di essi.
Nota finale per gli interpreti, Tom Hiddleston nei panni dell'ambiguo Sir Thomas è ben calato nel ruolo mentre Mia Wasikowska è una sperduta ed innamorata Edith. Ma il personaggio meglio delineato e più intrigante è sicuramente quello di Lucille, grazie anche ad una interpretazione eccellente di Jessica Chastain, brava a dar vita a una dark lady a dir poco inquietante ma molto, molto più affascinante della scialbissima protagonista.
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