Regia di Don Hall, Chris Williams vedi scheda film
Un giorno, forse, la cultura orientale avrà la meglio su quella occidentale. Nella futuribile San Fransokio, ponte ibrido tra due mondi diversi eppure complementari quando si tratta di descrivere la natura umana, prendono il via le avventure del piccolo-grande Hiro, dei suoi amici e del gentile Baymax, vera anima di un film a cartoni animati così ispirato e travolgente, come non se ne vedevano da tempo. Parabola dell’eterno ritorno, probabilmente un altro segnale di retrocessione della matrice occidentale a favore di un ideale e di un modo di sentire ed intendere il lutto tutto orientale, Big Hero 6 conquista per l’intensità dei caratteri che mette in campo; non dei semplici stereotipi, a cui purtroppo eravamo da tempo abituati, ma delle figure tridimensionali e sfaccettate, insomma veri personaggi quasi in carne ed ossa, non ombre evanescenti e sfuggenti. Per nostra fortuna al fianco di protagonisti così forti si schiera una trama a tratti shakespeariana, costellata di lutti, sacrifici, sconfitte e rinunce. Ora della fine il nostro Hiro conoscerà il sapore della vendetta e quanto sia facile cedervi, mentre la morte, qui interpretata veramente come ritorno, acquista un valore di intensità come raramente si è visto in un cartone. La piega adulta presa dalla storia infatti, giova moltissimo al climax del film, che per una volta non è destinato ad avvitarsi su se stesso schiavo delle quasi indistruttibili catene dell’happy-end, ma soprattutto farà un gran bene alle giovani menti di tutti quei piccoli spettatori che ci si avvicineranno. Commossi, travolti e spossati dalla potenza dell’affetto che proveranno per Baymax, i bambini toccheranno con mano e cuore l’etica del sacrificio e si troveranno traghettati inconsapevolmente verso l’interpretazione profonda di sentimenti che hanno solo cominciato a comprendere. Big Hero 6 è un ponte verso il domani, verso gli uomini e le donne che vorranno e vorremo essere, una lunga e tortuosa strada che porta ad un cinema migliore, un cuore che batte vigoroso e pieno di speranza, nel petto di un’arte finalmente più giusta.
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