Regia di Jonathan Demme vedi scheda film
Giovane e inesperta agente dell'FBI, Clarice Starling (Jodie Foster) chiede aiuto al Dr. Lecter (Anthony Hopkins), un geniale psichiatra internato in un manicomio criminale per atti di cannibalismo, per trovare un serial-killer denominato Buffalo Bill (Ted Levine) che uccide e scuoia giovani ragazze dalla corporatura formosa. Fattosi le ossa come altri suoi illustri colleghi nella factory di Roger Corman, grazie a questo Block-buster il nome del regista Jonathan Demme entra nell'Olimpo dei grandi di Hollywood. Tratto dall'omonimo best-seller di Thomas HarrIs, IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI e' dopo MANUNTHER-FRAMMENTI DI UN OMICIDIO, il secondo film tratto sulle gesta dell'antropofago Dr. Hannibal Lecter. Pellicola sin da subito destinata ad avere un clamoroso successo: un cast prestigioso, un libro di successo, ricco budget e un tema (il cannibalismo, precedentemente usato sempre per film al limite del trash) che non può non sollecitare la curiosità del grande pubblico. Demme sfrutta con grande abilità e scaltrezza la materia a disposizione, creando atmosfere morbose, grazie anche ad ambientazioni che mettono i brividi (il manicomio criminale e il rifugio del serial-killer) e un duello psicologico fra i due protagonisti. Ma il suo asso nella manica si chiama Anthony Hopkins. I riflettori sono puntati tutti sul bravissimo attore inglese, nonostante nelle due ore di pellicola si veda per una mezzoretta molto scarsa, che interpreta il personaggio di Hannibal Lecter con una recitazione eccessivamente calcolata, istrionica e narcisistica. Non sono mai riuscito ad affezionarmi a questo film, probabilmente troppo condizionato dal titolo sopra citato diretto da Michael Mann uscito cinque anni prima e di scarsissima visibilità, probabilmente a causa di un cast di attori sconosciuti e a mio parere di gran lunga superiore al film di Demme, più sperimentale e molto meno hollywoodiano, con un Bryan Cox nel ruolo di Lecter (anzi, Lector), più sornione, ma non meno inquietante. Pellicola molto furba e sopravvalutata (cinque Oscar e molti altri premi internazionali), dove Jonathan Demme esagera con i primi piani di Hopkins e in particolare su quelli della Foster, con il suo bel visino e gli splendidi occhioni blu. IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI ha all'attivo alcune sequenze ben girate e di notevole impatto, come la sanguinosa fuga di Lecter, nonostante una dormita colossale dei due agenti di polizia che lo sorvegliano, e la scoperta del rifugio del serial-killer, con un montaggio che inganna e confonde lo spettatore. Menzione a parte per il bravissimo Ted Levine, eterno caratterista che ben caratterizza uno psicopatico con gravi turbe mentali e sessuali, mentre per Hopkins liberissimo di preferirlo nei film diretti da James Ivory.
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