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Il silenzio degli innocenti

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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La recensione su Il silenzio degli innocenti

di Baliverna
8 stelle

Ecco il prototipo di una miriade di film su maniaci e assassini seriali, e soprattutto di tv-movie. Qualcuno di essi se la cava, ma la maggioranza sono scimiottature di questo, che cercano solo di solleticare in modo meccanico il pubblico sugli stessi temi e argomenti, di solito trattati con una banalità e una superficialità sconcertante. Più volte, davanti ad essi mi sono sentito di gridare "Basta!". Questo primo esempio, invece, è un buon thriller che si destreggia bene sia quanto alla trama che alle situazioni. Il film scorre compatto e senza fretta (in questo è coraggioso), senza inseguimenti riempitivi, e senza virtuosismi tecnici. La violenza e la crudeltà dei due assassini sono trattate da una parte senza reticenza, dall'altra senza compiacimento sadico o inutile enfasi. Forse perché al regista, più che la violenza di per sé, interessa il concetto metefisico del male, del quale i due individui sono rappresentanti. E interessante vedere l'abilità con la quale il personaggio di Lecter sottometta a poco a poco l'intervistatrice, proponendole uno scambio reciproco di domande. In realtà, con quel trucco, egli riesce a gestirla e si può dire anche a vincerla. Lei si illude che un simile patto sia stato un dazio da pagare per cavargli le risposte che desidera: in realtà è una trappola. E' poi interessante notare come la sagacia del maniaco nello scavare nell'intimo di lei non sia dettata dal desiderio di aiutarla a capire se stessa, ma sia solo una tattica per denudarla moralmente davanti a lui e renderla più debole. Il modo in cui cerca di entrare in sintonia con lei con ogni stratagemma è decisamente diabolica. Il personaggio di Hannibal Lecter (un ottimo Hopkins) finisce per essere l'elemento più interessante del film. Jodie Foster è al suo meglio.
Per il resto, è inutile che ripeta quello che hanno detto altri.
Ebbe uno strepitoso successo di pubblico ma, come già accennavo, non è per niente ruffiano o furbo, o ancora pensato a tavolino. Cosa che non si può dire delle numerose imitazioni. E' un buon thriller psicologico che cerca di scavar nelle profondità del male, e nella sua forza si seduzione e manipolazione.

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