Regia di Paul Crowder vedi scheda film
«Fangio», rispondono in sintonia, senza esitazione, alcuni dei più celebri campioni di Formula 1 quando gli si chiede chi sia stato il più grande. Comincia così 1, dall’evocazione di un mito, il pilota argentino il cui record di 5 titoli mondiali restò imbattuto per quasi mezzo secolo, e tira subito aria di leggenda. Il documentario di Paul Crowder, però, fa presto un balzo in avanti rispetto agli anni 50 in cui Fangio dominava, e racconta dell’epoca d’oro, della velocità in crescita esponenziale nel decennio successivo e della prima generazione di piloti che diventarono superstar, facendola rivivere in filmati di repertorio o con la loro testimonianza in prima persona. Una sfilza di idoli delle quattro ruote ripercorrono così i loro momenti di gloria: il più presente e autoironico è sir Jackie Stewart, ma ci sono, fra i tanti, anche Niki Lauda, Emerson Fittipaldi, Nigel Mansell, Damon Hill e Michael Schumacher. Crowder, con lungo curriculum come montatore di doc sportivi, non segue un filo cronologico ma piuttosto una scia emotiva e “geografica”, che raggruppa i contributi per circuiti (da Montecarlo a Imola) o per tematiche (su tutte, quella travagliatissima della sicurezza, per cui proprio Stewart si batté fortemente), riuscendo a costruire un compendio sentimentale ma esaustivo, che ammicca ai fanatici senza lasciare ai box gli spettatori digiuni di Formula 1. Ideale complemento alla visione di Rush, pecca solo nell’abuso di effetti mirati a riprodurre quell’adrenalina che è fondamento delle corse, ma già abbonda nelle parole dei piloti.
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