Regia di Eugenio Mira vedi scheda film
TFF 2013 - FESTA MOBILE
"Suona una sola nota sbagliata e morirai". Bell'incoraggiamento quello che riceve il celebre e giovane pianista Tom Selznick, di ritorno sulle scene per uno storico concerto, dopo mesi di ritiro dalle scene in seguito ad uno shock emotivo e da tensione che lo blocco' per mesi e mesi. Da quel momento il thriller parte in quarta, frenetico e teso, calibrato sullo sguardo terrorizzato e sugli occhioni fantastici e sbarrati tra incredulità e terrore di un Elijah Wood pertinente ed in gran forma. Una macchina da presa che danza sinuosa su carrellate depalmiane che seguono il pianista diviso tra il palco e il dietro le quinte - non appena il suo intervento nel contesto del concerto viene a interrompersi - per cercare di scoprire i particolari di un complotto diabolico e costruito alla perfezione da una mente perversa ma lucida e spietata. Lo spagnolo ambizioso e dotato Eugenio Mira non si spaventa di citare il maestro Hitch e il suo perfetto remake del suo stesso "L'uomo che sapeva troppo": quello con James Stewart e Doris Day, quello dell'attesa del gong dei piatti per nascondere lo sparo e dell'urlo di terrore della platinata protagonusta, per intenderci. Certo questo esuberante filmetto citazionista gasato ma non fraudolento, finisce presto per tradire le sembianze di un giocattolino divertente e adrenalinico del tutto fine a se stesso, ma che tuttavia diverte appaga l'occhio lasciandosi seguire senza sentirsi in dovere di far quadrare ragionamenti e le contorsioni maniacali di sorta. Elijah Wood sembra un pianista nato con le mani(ne) sulla tastiera, soprattutto dinanzi agli occhi di un profano come il sottoscritto, e le scene in cui corre dal dietro le quinte, sotto lo sconcerto imbarazzato del pubblico che se lo vede sparire e poi fare ritorno proprio nell'attimo della sua ripresa col pianoforte, sono indubbiamente avvincenti. Come pure la sequenza ironica dello stesso giovane musicista che suona con una sola mano - essendo l'altra impegnata a messaggiare frenetica alla consorte famosa - pure lei presente nel loggione in suo onore - per avvisarla che e' in pericolo, è un pezzo di cinema irriverente ma pure irresistibile. Certo poi l'intrigo apparentemente complesso si sfalda inevitabilmente in un finale che non regge la tensione della prima mezz'ora, neppure quando la seconda star coinvolta, ovvero il sempre piu' spesso cattivo John Cusack passa a far(ci) visita e a presentarsi in tutta la sua professionale malvagità. Un film di chiusura delle cerimonie torinesi che celebra, con una apprezzabile e spigliata vena cinefila citazionista, diversi maestri del cinema thriller di ogni tempo, dimostrando almeno di avere preso ben nota dei trucchi piu' nascosti e magici di un mestiere che richiede talento, ma pure capacità di autocritica.
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