Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Ammetto con sincerita' e anche con un pizzico di pudore che da appassionato di cinema sin dalla piu' tenera eta' non avevo mai visto un film di Visconti,ho voluto cominciare la mia cinefila carriera da "Viscontiano" proprio con questo film....penso di aver fatto una scelta saggia,questo film e' di quelli intramontabili anche dopo 50 anni,di un fascino indiscutibile e indissolubile,vederlo e' stato come soffermarsi ad osservare un'enorme cattedrale barocca e rimanere li imbabolati per ore.....c'e' tutto in questo lirico e sconfortante affresco di una famiglia lucana nella Milano in pieno boom economico.Una sceneggiatura magniloquente,una regia maestosa dettata da intensi primi piani e stupendi campi lunghi,una fotografia eccellente che esalta ancora di piu' il barocchismo di questa pellicola,gli interpreti sono fantastici, Alain Delon su tutti che incarna alla perfezione il ruolo del puro e candido Rocco e sopratutto Renato Salvatori qui secondo me nella migliore interpretazione della sua carriera,bravissima anche Annie Girardot.Il film e' suddiviso in cinque capitoli ognuno dei quali viene introdotto con il nome dei cinque fratelli,la storia e' molto similare ad una tragedia greca riletta in chiave urbana.Una famiglia lucana composta da madre e quattro figli che si lascia alle spalle le aride e desolate terre lucane per cercare un futuro migliore nella Milano che si avviava al Boom economico,a Milano vive un'altro figlio della donna ed e' Vincenzo il quale rinnega la sua origine contadina per diventare un piccolo-borghese,ma vari eventi, fra tutti l'incontro di Simone(Salvatori) con una prostituta di cui si innamora,che poi gli preferisce il fratello Rocco, segneranno il disgregamento tra i fratelli, dei cinque figli Rocco e' quello che nonostante tutto conserva la sua ingenuita' e il suo candore da contadino e si sacrifica intraprendendo l'odiata carriera da pugile pur di mantenere unita la sua famiglia,poi ci sono Ciro che fa l'operaio e Luca che e' ancora un bambino.Questo film vive di emozioni e malinconie vibranti proprio perche' parla di povera gente di pura matrice contadina e che come Rocco e' legata indissolubilmente alla sua vita di provincia, e che dovendo fare i conti con una specie di nuovo mondo o si adegua(come Ciro e Vincenzo) o si autodistrugge (come Simone), o cerca di sopravvivere intaccando pero' il suo animo cristallino (Rocco).Ormai la "terra" lucana e' piu' lontana che mai.....il mito di una nuova Italia che soppianta il mondo contadino avanza piu' che mai e l'unico che puo' tornare nella sua terra e' il piccolo Luca che da bambino qual'e' ha mantenuto intatto il suo candore......
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