Regia di Joseph Henabery vedi scheda film
Nel 1925, Rudolph Valentino e la seconda moglie, la talentuosa scenografa-costumista Natasha Rambova, progettano un film in stile Douglas Fairbanks (cappa & spada) da produrre in proprio, intitolato "The Hooded Falcon". Il piano fallisce, ma parte degli oggetti d'arte acquistati in Spagna confluisce qui, in una pellicola totalmente diversa, un dramma psicologico dall'ambientazione contemporanea. In questo senso, è un ben strano oggetto nella filmografia di Valentino: niente fascinosi eroi in costume (tranne l'intermezzo molto ironico sull'antenato dongiovannesco del protagonista, fatto proprio per le ragioni di cui sopra, credo), niente azione, neppure il lieto fine. La vicenda, tratta da una commedia di Broadway dalle tematiche molto datate - sacrifici dettati da giganteschi sensi di colpa, il sesso visto come il diavolo, l'immancabile dicotomia santa-puttana in fatto di donne - nasconde però un film particolare, che parte con un certo umorismo per poi andare in tutt'altra direzione, con grande malinconia. La mia opinione è cambiata molto col tempo. Prima, la mia reazione era quasi di noia, poi di interesse, oggi lo rivedo sempre volentieri, e questo grazie a tre fattori: i set stupendi, opera di William Cameron Menzies, la fotografia, molto bella soprattutto nei suoi giochi di ombre (un esempio: l'inquadratura di Nita Naldi che guarda da una grata) e l'interpretazione di Valentino (vedi sotto). Per i suoi veri fan, quelli che ne apprezzano la recitazione oltre al fascino, "Cobra" è un autentico piacere.
L'inquadratura in cui Nita Naldi viene camuffata da... cobra!!:)))
Molto discreta.
Un'interpretazione molto avvincente la sua, intensa, varia ed eloquentissima, che rende credibile ogni sentimento. Nella prima parte, il suo personaggio è molto divertente (il labiale, comprensibilissimo, è in italiano e i gesti sono totalmente meridionali, con quella cortesia perfetta, la classe e il gran spirito che mi ricorda alcune persone di quella provenienza che ho conosciuto). Anche all'arrivo in America, la componente umoristica rimane, senza mai sconfinare nell'esagerazione; nel frattempo si forma e viene recitato in maniera molto naturale anche il legame d'amicizia e di stima che lo lega al collega americano. Il dramma si innesca successivamente, colla scena - molto tesa e migliore rispetto alla sua omologa in "Sangue e arena" - di seduzione. In seguito, il dolore, il disprezzo di sé, la pena per l'amico sono impressi a fuoco sul suo viso, fino al culmine del sacrificio finale, dove solo un gesto può essere considerato melodrammatico, ma il resto, la chiusura lenta della porta con un'espressione di sconfitta e strazio indicibili e le ultime inquadrature sulla nave, è persino commovente.
Ripete il ruolo della vamp dagli sguardi assassini che, con Valentino, aveva già ricoperto in altre due occasioni. La sua è la recitazione (e il personaggio) più datata del film. Scambia un gran bacio, molto appassionato e realistico, con il suo partner.
Davvero coraggiosa la scelta di far interpretare a quest'attrice, tutt'altro che bella o fascinosa, la parte della donna che fa veramente innamorare Valentino.
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