Regia di Kimberly Peirce vedi scheda film
Non sono stati sufficienti il capolavoro degli anni settanta di Brian De Palma, un inutile remake a inizio duemila e addirittura un sequel a fermare l'ennesima riproposizione griffata Hollywood. Ecco così giungere il secondo remake del romanzo di esordio di Stephen King apparso nei cinema ad appena dieci anni dall'uscita della precedente riproposizione. Se non è un record poco ci manca.
Inutile parlare della trama che è quella, lievemente ammodernata, già raccontata da Stephen King e da Brian De Palma. L'operazione, pur se piacevole da vedere, si rivela più che inutile. La regista Kimberly Peirce aggiunge un interessante prologo (il parto da cui nasce Carrie), inserisce dei momenti di ritualità religiosa fin troppo eccessivi (il Cristo che lacrima sangue) e potenzia sopra le righe l'epilogo con Carrie che controlla e argina persino auto sparate a folle velocità con la sola imposizione della mano. Per fortuna non è stato montato nella versione definitiva il finale alternativo proposto nel DVD, in cui si scade nella baracconata.
Colpiscono le prove recitative dell'esperta Julianne Moore e di Chloe Grace Moretz (la miglior Carrie dopo Sissy Spacek), entrambe apprezzate dalla critica con la vittoria del Saturn Award della Moretz (“miglior attore emergente”) e il terzo posto della Moore al Fangoria Chainsaw Award quale “migliore attrice non protagonista”.
Vincitore del People's Choice Awards quale “miglior film horror”, battendo, tra gli altri, L'Evocazione – The Conjuring e Oltre i Confini del Male: Insidious 2, Carrie – Lo Sguardo di Satana ha ottenuto una nomination per la medesima categoria anche ai Saturn Award venendo questa volta battuto da L'Evocazione – The Conjuring di James Wan.
Pur se apprezzato dalla critica, resta eloquente il commento di De Palma: “È buffo quando vedi qualcuno che prende un tuo film e fa tutti gli errori che tu avevi evitato.”
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