Regia di Kimberly Peirce vedi scheda film
Nuova rilettura del celebre romanzo di Stephen king, stavolta adattato ai tempi del Cyberbullismo...
Quando un cult è intoccabile... Nel 1976 Brian De Palma mette a disposizione di un testo (neanche dei migliori) di King il suo talento visionario e il suo gusto per le inquadrature shock. Questo è il pensiero che dobbiamo avere quando parliamo dell'opera di Zio Brian, questo è, invece, il pensiero che dovremmo mai avere quando stiamo per vedere un rifacimento. I paragoni lasciamoli a fine visione e godiamoci il film come se si trattasse di un prodotto originale. E, stavolta, in effetti, un po' di originalità c'è. Quindi, dopo averlo visto, possiamo anche fare il confronto, se costruttivo. Cioè se serve per valutare il valore dell'opera non in base ad un'intoccabilità ipocrita dei classici del cinema ma quanto all'utilità dei contenuti. Allora, il film degli anni '70 era più elevato come tensione e cattiveria ma difettava a livello narrativo. Questo remake (meglio definirlo reboot visto che aggiorna ai tempi di internet solo l'idea alla base del precedente ma, in realtà, è semplicemente un nuovo adattamento, visto che il testo di partenza non era la sceneggiatura del film di Brian De Palma ma il romanzo di Stephen King, tra l'altro adattato nel 2002 in una lunga, circa 135 minuti, versione televisiva abbastanza fedele al libro) perde tensione ma guadagna sul piano narrativo (ogni particolare è spiegato fin troppo bene). A livello politico sociale l'opera di De Palma si limitava ad una critica al bigottismo mentre questo crea una descrizione, tutt'altro che banale, ed un'analisi di ciò che è diventata la società: i genitori che vogliono difendere i figli a tutti i costi, il fenomeno della divulgazione in rete di attività sessuali (non è proprio un revenge porn ma comunque cyberbullismo denunciabile), etc...
I tre adattamenti a confronto in un momento clou.
Per il resto gli effetti alla Marvel fusi con una morale seria ci fanno pensare come dovrebbe essere un film Marvel per essere più godibile e il finale rende giustizia a quelli che ci sono rimasti male col precedente troppo cinico e senza scampo (nonostante avesse una chiusura onirica veramente shock!), anche se esiste un finale alternativo che si riallaccia al prologo. E gli attori? Se le comprimarie non raggiungono l'antipatia voluta delle cattive del film di De Palma almeno qua c'è una Carrie deliziosamente ingenua, fanciullesca ed innocente come il personaggio richiede ma il top di bravura lo offre Julianne Moore, sempre differente nelle tante sfaccettature di ruoli interpretati (quindi bravissima e completa!). Ok, era gigantesca anche Piper Laurie che, però, ha riciclato il personaggio troppo spesso (vedi, ad esempio, in TRAUMA- L'ENIGMA DI AURA di Dario Argento) quasi a portarlo a livelli di caratterista più che di attrice multiforme.
Un ultimo appunto sul costume di Carrie al ballo scolastico, di poco valore narrativo nel film di Brian De Palma, portato qua quasi a coprotagonista (infatti, nella parte centrale, la ragazzina e le sue nemiche ne sono quasi ossessionate!), che è in vendita (già da vari anni!) in un'asta online permanente (finché gli oggetti non vengono acquistati) dedicata ai cimeli di film (anche non celebri), fiction e teatro (info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico).
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