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Il peggior Natale della mia vita

Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film

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La recensione su Il peggior Natale della mia vita

di Lina
6 stelle

Continuano le disavventure di Paolo e Margherita in questo sequel de “La peggior settimana della mia vita”, diretto ancora una volta da Alessandro Genovesi.

 

Stilisticamente è uguale al film precedente, ma si ride meno. Le situazioni da commedia nera sono meno brillanti, anche se l’intrattenimento c’è.

 

L’imbranataggine mista a sfortuna che perseguita Paolo – interpretato ancora una volta con bravura e disinvoltura da Fabio De Luigi – ricordano Paolo Villaggio e Renato Pozzetto nel film “Le comiche”, ma anche Mr Bean.

 

La trama è un po’ stiracchiata questa volta, con piccoli cali di ritmo, ma si riesce a seguire comunque con interesse. Un valore aggiunto è rappresentato dalla presenza nel cast di un Diego Abatantuono mai stato così divertente nei panni di Alberto Caccia, il proprietario del castello in cui prende vita la messa in scena. Quando recita al naturale, senza forzare l’acceleratore, è molto più piacevole di quando replica il personaggio di “Eccezzziunale... veramente”.

 

I siparietti comici sono un tantino più lenti e lunghi, ma ancora una volta simpatici, ricchi di sfumature grottesche che qualche risata la strappano. Si lascia ricordare, in particolar modo, la scena in cui Paolo trascina Alberto a terra, nel castello, in apparenza morto, per dimostrare che invece è vivo.

 

Indimenticabili anche i momenti in cui Paolo urina sul tacchino del Thanksgiving e quelli in cui uccide l’amata cocorita di Alberto. Continua insomma, per volere di copione, a non farne mai una buona.

 

Altre gradevoli aggiunte nel cast si rivelano Ale e Franz, Dino Abbrescia e Laura Chiatti.

 

Anche questa volta c’è un numero musicale apprezzabile, in tema natalizio ovviamente, concessoci dalla brava e qui giovanissima Rachele Amenta.

 

Il film si conclude con il solito lieto fine, attraverso la tenera scena del parto di Margherita, che dona un respiro più realistico alla trama.

 

Peccato che non ci sia anche un terzo capitolo. In fondo, a mio avviso, anche da noi si poteva pensare a girare una sitcom con gli stessi interpreti. Ci vorrebbero solo idee maggiormente brillanti e dense di humor nero da inserire nelle sceneggiature degli episodi.

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