Regia di Leonardo Di Costanzo vedi scheda film
Salvatore (Alessio Gallo), ragazzone timido e impacciato, che vende granite in un chiosco con il padre nella periferia di Napoli, deve tenere d'occhio per un'intera giornata Veronica (Francesca Riso), adolescente 'colpevole' di aver messo gli occhi su un ragazzo appartenente ad un altro clan e tenuta segregata in una palazzina fatiscente e abbandonata, sede di un ex manicomio.
'L'intervallo' fa segnare l'esordio nel lungometraggio di finzione del documentarista Leonardo Di Costanzo e narra una storia di violenza e sopraffazione senza far ricorso all'uso di violenza fisica, elemento che distingue il film da tante altre opere incentrate sul fenomeno delle cosche camorristiche che imperversano nella città partenopea, uno su tutti 'Gomorra', del quale questo film potrebbe essere visto come una specie di corollario.
Il film è racchiuso in due identiche inquadrature di una Napoli notturna ripresa in campo lungo ed è tutto ambientato in un luogo circoscritto, il suddetto edificio, che fa da quinta alla vicenda, che analizza due personaggi che sono entrambi delle pedine nel pericoloso 'gioco' tra gang differenti che si spartiscono il territorio e decidono delle vite altrui: bella l'atmosfera, quasi favolistica (ricorrenti inquadrature di animali), costruita dal regista, con il contributo del solito bravissimo direttore della fotografia Luca Bigazzi, con contrasti di luci da film noir, buona l'intesa che nasce spontanea tra i due giovani e inesperti attori protagonisti, anche se il film soffre di una certa teatralità e staticità di fondo, con più momenti di stagnazione, nonostante la breve durata.
'L'intervallo' in ogni caso, al netto di tali difetti, riesce ugualmente a comunicare un certo disagio e l'atmosfera oppressiva e malata che si vive in alcune zone ad alto tasso di criminalità organizzata, usando al meglio set naturali e un cast semi-improvvisato.
Incoraggiante.
Voto: 6/7.
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