Regia di Leonardo Di Costanzo vedi scheda film
L'intervallo, ovvero, per paradosso, un sequestro punitivo che diventa occasione, per due adolescenti napoletani di estraniarsi dalla città, dalla stessa società, e, quasi naufraghi su un'isola perduta, ritrovare uno spazio importante dove potersi confrontare, raccontarsi le speranze (poche) sul futuro e creare un'intimità sottaciuta e una tenerezza che solo l'infanzia, perduta o mai esistita, possiede. Un incantesimo del tempo, che dura la lunghezza di un giorno, e che abbandona Veronica, la sequestrata, e Salvatore, il suo guardiano, dentro un enorme collegio abbandonato, che diventa castello da scoprire, luogo popolato di fantasmi e di vita nascosta. La grande abilità di Di Costanzo, che arriva dal documentario, è proprio il suo pedinare con discrezione l'annusarsi di questi due ragazzi, strepitosi tutti e due, che lentamente passano dalla diffidenza alla fiducia. Napoli è solo sullo sfondo, oltre le mura, enorme, bella e micidiale, con le sue regole di camorra, i suoi picciotti e tutto il mondo che i due ragazzi vorrebbero scomparisse per sempre, magari tramite "un terremoto o un'epidemia", nel meraviglioso dialogo fra i due, sul tetto dell'edificio. "L'Intervallo" è un film vivo, pulsante e sincero, come raramente capita di vedere in un film italiano. Salvatore e Veronica potrebbero essere i ragazzi di un film dei Dardenne, per capirci, ed è, questa, materia quasi sconosciuta per il nostro Cinema infarcito di schifezze. Molto bello.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta