Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
"Cellerino figlio di puttana, cellerino figlio di puttana".
Ebbene sì, dentro e fuori la divisa, perché All Cops Are Bastards, lo dice anche il titolo, no? Sollima back in action dopo la splendida serie televisiva dedicata a Romanzo criminale, ancora una volta schietto, diretto, votato ad una narrazione senza compromessi che non fa prigionieri. Forze dell'ordine che si arrovellano fra famiglie allo sbando, manifesti fascisti, rancori impossibili da sopire, malcontento per uno stato irriconoscente. Sono indomite le "guardie" romane di ACAB, sono l'antitesi dell'eroe classico, sono il risultato di lustri di mal governo e corruzione. Violenti, fanatici, egoisti, per loro conta una cosa sola: il gruppo, la solidarietà da e verso i fratelli. Sollima ci racconta la rabbia di Cobra, Mazinga e Negro soffermandosi sui ruoli chiave di difensore, padre e marito. Tutti guasti, tutti costantemente frustrati e non all'altezza. Incapaci di gioire se non nel cameratismo più istintivo. Il tutto in un crescendo scandito da pezzi acidissimi di The White Stripes, The Clash, Pixies, Joy Division, in cui le maschere iraconde di Giallini, Favino e Nigro non riescono a trovare pace se non quando sono assieme, uniti in una fratellanza da compagni d'arme. Ben montato, diretto con sicurezza anche nelle scene di massa, il film scricchiola in presenza della recluta Adriano, contraltare forzato di protagonisti troppo scomodi, troppo veri. Uno spaccato di genere che guarda al G8 di Genova - "Ma che è successo veramente alla Diaz?" - ma anche al caso Raciti e all'eterna querelle della violenza negli stadi. Ad ogni modo, un esordio promettente.
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