Negro, Mazinga e Cobra sono tre celerini del reparto antisommossa. Ma sono di più: una fratellanza, perché la vita del poliziotto di strada è dura, e hai un bisogno vitale di qualcuno che ti guardi le spalle. Nel bene e nel male.
Cobra, in particolar modo, prenderà sotto la sua ala 'educativa' la spina Adriano, ex coatto in cerca di identità.
La morte di Gabbo, il giovane tifoso laziale ucciso ad Arezzo da un proiettile della PS, diventerà, però, le loro Termopili.
Attori di nerbo, tutti in parte (con Giallini che fa le prove generali per Schiavone e un Favino da manuale), bella sceneggiatura tesa per tutto il film. Istruttivo e interessante vedere anche l'altra faccia delle barricate, segno che il grande cinema non ha veli sugli occhi.
L'ingrato acronimo ACAB non è roba di oggi, ma veicolava già nell'Inghilterra degli anni '70.
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