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Sommersturm

Regia di Marco Kreuzpaintner vedi scheda film

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La recensione su Sommersturm

di OGM
8 stelle

Una semplice storia di coming out. O forse non proprio così semplice: la vicenda di Tobi, ragazzo bavarese che scopre e confessa la propria omosessualità durante il ritiro di allenamento della sua squadra di canottaggio, è un dettaglio “scabroso” inserito all’interno del classico film televisivo per adolescenti e famiglie. I tradizionali elementi della commedia della domenica pomeriggio, le chiacchiere, i filarini, i giochi, gli scherzi, le battute, il colore dialettale, sono il morbido cuscino su cui ci viene porta la pietra incandescente dell’intolleranza, della crisi di identità di che ne è vittima, e in generale, di tutti i drammatici risvolti del pregiudizio e dell’ipocrisia. Questo è solo apparentemente un film facile e leggero, scontato e confortante: lo si capisce da come l’autore, pur adeguandosi a canoni espressivi più che convenzionali, rifiuti nettamente ogni sentimentalismo, ed ogni rappresentazione che banalizzi le emozioni umane, riconducendole alle consuete categorie del bene e del male, del bello e del brutto. Kreuzpaintner evita accuratamente che il discorso approdi alle solite inverosimili certezze finali, che sgomberano il campo da ogni dubbio e da tutte le sfumature indefinite: lo sviluppo della storia non si conclude sulla celebrazione di una conquista (benché il protagonista abbia, in effetti, acquisito una nuova, importante consapevolezza riguardo al proprio essere), bensì annuncia la prosecuzione della battaglia, puntando con rinnovato vigore verso sfide ed avventure più grandi, e quindi più dure da affrontare. Ma ad impedire la trasformazione del racconto in un apologo morale o, peggio, in un retorico manifesto politico,  interviene la placida veste della normalità:  la lotta interiore di Tobi contro l’errata percezione di stesso e la sua guerra silente contro l’ostilità di un mondo che non lo comprende, si consumano segretamente nell’atmosfera frivola e rilassata di un campeggio, solo a tratti interrotta dalla temporanea bufera di una lite tra ragazzi. Il sottotesto drammatico si amalgama alle vicende secondarie fino a perdere la sua centralità, e a ridursi ad un punto dolente da cui solo ogni tanto parte una fitta diretta al cuore. In fondo è così che tutti noi viviamo le nostre angosce, ed è così che, giorno dopo giorno le superiamo:  lasciando che al loro sordo rimbombo si sovrappongano  i familiari suoni della quotidianità, fino a che l’udito non si abitua alla dissonanza, e la trasforma in una nuova, orecchiabilissima melodia.  

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