Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Soffre dei limiti delle produzioni televisive anche con pacchiani errori (la targa dei due killer calabresi che cambia ad ogni inquadratura le batte tutte) ma nel complesso ha tenuto alto l'interesse l'ambiguità del protagonista, ben resa da Rolando Ravello, e il disorientamento della protagonista femminile, vivo fino all'ultima inquadratura del film.
Storia poco credibile ma non per questo improbabile. Finale senz'altro calzante con il tono generale del racconto che, in sintesi, è il racconto della conoscenza reciproca di due mondi, rappresentati dai due protagonisti, diametralmente lontani tra loro. I dialoghi sono senz'altro calzanti con il tono generale del racconto. I componenti della gang alquanto stereotipati, i due poliziotti di scorta ben caratterizzati, l'assessore giustamente sfuggente nel suo modo di porsi (fugge anche fisicamente alla scorta piu' volte), ben reso il personaggio della protagonista femminile e notevole quello del protagonista maschile. Per certi versi, non per tutti, è quello che ha il comportamento che capisco di più pur non identificandomi in lui
ineccepibile
nulla
Un po' piu' di attenzione alla continuity non avrebbe guastato. Forse, nel villaggio semiabbandonato dove la vicenda ha l'epilogo, poteva inserire qualche elemento in piu' rispetto alla vecchia ricetta di famiglia per mostrare altri aspetti del protagonista maschile
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