Regia di Carlos Saura vedi scheda film
Carlos Saura e sceneggiatori affrontano superficialmente il concepimento e la gestazione di un capolavoro della storia del teatro musicale dal punto di vista del librettista Lorenzo Da Ponte.
Il film che ne esce è uno strano ibrido che ha alcuni pregi ma soprattutto difetti vistosi: tra i primi si può appunto annoverare il soggetto, ma anche la scelta caratteriale del film, definito da alcuni giustamente come un divertissement misto di dramma e umorismo. A favore vanno anche la discreta fluidità dell'insieme, la concezione generale di intrattenimento popolare di livello almeno sufficiente, l'ottima fotografia di Storaro, la scelta di una ambientazione in bilico tra favola e realtà storica (gli sfondi dipinti che sfumano la precisione degli oggetti), l'attenzione riservata naturalmente alle interpretazioni musicali e il discreto finale.
Purtroppo però i difetti impediscono la piena riuscita artistica: innanzitutto la scelta di un cast (quasi tutto italiano) non propriamente felice (ad esser molto larghi). Gli attori sono sempre al limite della credibilità o della risicata professionalità: al massimo si può dare un discreto a Balducci (Da Ponte, che però rimane sempre sulle solite espressioni) o a Guanciale (Mozart), mentre tutti gli altri stanno tra la mediocrità e la precaria sopportabilità. (E dire che Saura è stato molto soddisfatto dal casting. Contento lui!...) Altro difetto, ma un po' meno fastidioso, è una certa sensazione di forzatura nel trucco, mentre il Don Giovanni che si mette a torso nudo quando è ancora sotto la neve (in questa scena è ancora Balducci) è solo ridicolo.
In definitiva un prodotto piacevole che ha disperso diverse potenzialità.
Oltre l'ovvio Mozart, anche Vivaldi (le solite ma stupende citazioni delle Quattro stagioni) e Gazzaniga. Di alto livello le interpretazioni di maestri del settore filologico quali Fabio Biondi e Giuliano Carmignola, mentre tra i cantanti-attori del Don Giovanni cito volentieri Sergio Foresti nel ruolo di Leporello e Carlo Lepore in quello del Commendatore.
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