Regia di Marco Risi vedi scheda film
Il termine Fortapasc rende proprio l'idea.Un avamposto disperso in mezzo al territorio del nemico esposto a tutti i pericoli immaginabili.E Giancarlo Siani nella sua ostentata normalità(non era un eroe ,nè voleva o aspirava ad esserlo) era la voce di questo fortino,un simbolo di resistenza umana che parlava del malaffare solo per ristabilire il principio della elgalità:almeno un principio.Il film di Risi si stacca abilmente dalla fiction televisiva raccontando alla maniera dei grandi registi di cinema civile come Rosi o anche come in alcuni film di Damiani,che cosa significa vivere in un posto dominato dalla camorra.Lo Stato non esiste,ne esiste solo un fantasma,quasi una caricatura ,la legge che vige non è quella rispettata negli altri posti.E'la legge della camorra.Fortapasc non racconta la vita di un eroe senza macchia e senza paura,racconta la breve vita di un cronista abusivo(cioè che lavorava senza contratto) che aveva scoperto una verità molto più grande di lui.Risi si ricorda che una volta era regista di talento e autore di film anche notevoli nel loro genere:qui gira la scena della sparatoria come il dio del cinema d'azione comanda,usa il montaggio alternato per evocare la similitudine della seduta al consiglio comunale e la riunione tra camorristi,ha un copione in cui la cosa principale che si nota è la banalità di essere normali in un mondo che è tutto fuorchè normale e ci regala uno sguardo,quello di Libero De Rienzo che aderisce quasi mimeticamente a Siani e che guarda quelli che saranno i suoi killer con occhi tra l'incredulo e lo stupefatto,quasi con un mezzo sorriso abbozzato che testimonia la sua sorpresa.Gomorra è su un altro pianeta,sceglie di raccontare la banalità quotidiana della camorra frammentando i punti di vista.Qui nel film di Risi di punti di vista se ne trova solo uno:quello di Siani,all'epoca uno dei pochi che cercava di ribellarsi alla logica del Fortapasc,uno che cercava di raccontare che la normalità non era quella che vivevano con capi camorra autorizzati a fare praticamente tutto(anche una sparatoria da far west in centro con 9 morti),con la criminalità organizzata infiltrata nel governo della città ad altissimo livello(vedi il personaggio del sindaco).Efficace lo sfondo utilizzato di una Campania piagata,quasi lunare la spiaggia dove si parlano Siani e il suo caporedattore,la dimensione privata di Siani assume importanza come quella pubblica.Lui è un guerriero che è armato solo di macchina da scrivere.Può usare solo le parole mentre gli latri usano le pallottole. La morte di Giancarlo Siani risale a circa 25 anni fa.Oggi fa male constare che sono passati 25 anni e non è cambiato praticamente nulla.Le solite chiacchiere....
di grande equilibrio
non male
non l'avevo neanche notato
ottimo
parte tenuta un po'in disparte
non male
discreto
sempre bravo
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