Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
L'epopea di un Che idealista, e quasi bucolico: un novello Robin Hood, impegnato in una battaglia silvestre, mirante a nobilitare l'anima contadina della Bolivia. La tradizione rurale è presentata come un patrimonio di vita semplice degno di essere eletto a modello per la società, e che, invece, è trasformato dagli oppressori in una prigione di povertà ed ignoranza. I campesinos, pur se sparsi in piccoli villaggi degradati, o nascosti nel fitto della giungla, sono la vera sostanza umana del Paese andino. Sono loro, in definitiva, l'ago della bilancia nell'impresa di Guevara, sono loro a determinare le sorti politiche della loro patria: in effetti, più le pance e le teste sono vuote, più sono pesanti, fino a diventare macigni inamovibili, contro cui si frange la corrente della rivoluzione. Questo secondo capitolo della biografia del Che è la tragedia cui va incontro chi fa della propria lotta una forza universale, spingendola alle estreme conseguenze, oltre i limiti imposti dalla storia. L'utopia inseguita dall'eterno guerrigliero è come un'impennata dello spirito, che non si accontenta delle posizioni conquistate, e spicca il volo per disseminare il proprio germe in ogni angolo del mondo.
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