Regia di Steve Buscemi vedi scheda film
Pierre, giornalista politico, viene inviato dal giornale a intervistare la bella Katya, protagonista del gossip e di un horror dal titolo Killerbody Part 4. Si detestano ancora prima di essersi incontrati. Per quasi tutto il tempo rimangono chiusi nell’elegante loft newyorkese di lei, tra pillole, tirate di coca, sigarette, telefonate private e sbirciate nel computer. Lui vuole umiliarla, lei prendersi gioco di lui. Che forse è così acido perché si porta dentro segreti opprimenti. E forse anche lei. Forse. Steve Buscemi rigira il film omonimo di Theo van Gogh, discendente del notissimo pittore, intellettuale che criticò l’integralismo musulmano (e venne ucciso, per questo, da un pazzo, in Olanda nel 2004). Se la dedica a lui è comprensibilissima, quella a Robert Altman un po’ meno: il gioco al gatto e topo è scopertissimo, il film verboso e monocorde, anche se in ultima analisi l’elemento che si apprezza maggiormente è proprio la sua glacialità. Ma l’alchimia stenta ad accendersi, il dialogo è irrilevante e l’imma?gine digitale un po’ deprimente. Il colpo di grazia lo dà il doppiaggio italiano, che fa sembrare tutto, nonostante i continui ribaltamenti di scena, un documentario naturalistico.
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