Regia di Fulvio Wetzl vedi scheda film
Storie di emigrazione. Da un paesino lucano una famiglia parte per il Belgio, terra di miniere e di carbone, di sofferenze e di riscatti. Fulvio Wetzl, con la complicità di Valeria Vaiano (coprotagonista e cosceneggiatrice), costruisce uno strano film paratelevisivo, che a tratti ricorda le atsmofere di lavori come E le stelle stanno a guardare. Le scenografie italiane sono il frutto di una sintesi di strade, piazze, scorci, chiese e monumenti degli undici comuni coinvolti nell’operazione. Mentre la parte belga vive di fumi e di speranze, tra cieli neri che si alternano a squarci di sole, alle promesse per una casa dignitosa e un futuro migliore. Tornando agli anni 60, Wetzl recupera la memoria migliore e la rimpalla idealmente a un presente che vede coinvolti ancora una volta italiani e stranieri ma a parti invertite. La quasi disperata integrazione nelle Fiandre (si vedano, a tal proposito, gli incredibili episodi a scuola) riporta a galla le contraddizioni di un continente che oggi è messo all’angolo da quelle stesse problematiche che sembravano tramontate. Forse Wetzl (che appare come attore nel ruolo di Don Luciano) avrebbe dovuto osare di più sul piano stilistico, perché non di rado rimane schiacciato dall’ansia dei contenuti.
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