Regia di André Téchiné vedi scheda film
Siamo ai tempi della fine della vera libertà sessuale e cioè agli inizi dell'AIDS, il regista tratta l'omosessualità in maniera diversa da come lo aveva già fatto in Niente Baci sulla Bocca, qui c'è un apertura completa verso questo atteggiamento sessuale che non vuole discriminazioni ed infatti le interpretazioni non sono affatto legate a stereotipi da cui siamo invasi, trattando questo tipo di tema. Il dramma fa da cornice, ma mai la regia e sceneggiatura ci inzuppa dentro, lasciando quella leggerezza del tono, che fa entrare dentro i problemi senza esserne soffocati. La libertà in amore è un comandamento fondamentale, e lo stesso esempio di coppia ne è un simbolo, anche complesso, ma mai rinunciatario. Ogni personaggio ha una sua problematica precisa, che compone la storia: la donna che diventa madre, ma che reagisce problematicamente, non volendo rinunciare ai suoi scopi di vita(come del resto aveva fatto la madre, a suo tempo); il marito poliziotto e determinato a non passarne una nei misfatti che incontra, ma in questa durezza e sicurezza si inserisce un sentimento imprevisto e fuori dai suoi schemi; l'amico di famiglia dichiaratamente omosessuale che non concede sconti ai moralismi ed ai sentimenti; il ragazzo giovane che appare, fiore incontaminato, malgrado le scelte e gli ambienti che frequenta; la sorella che determinatamente sceglie la sua strada artistica, concedendo poco a chi le sta attorno. La reazione al morbo non è limitante e quindi la gioia di vivere il corpo liberamente deve rimanere; Techine ormai ha passato quei9 periodi in cui non riusciva a fondere la sua intellettualità di pensiero con l'idea cinematografica e questo ne è un esempio lampante di cinema nel vero senso della parola. Chi rimane avrà il suo ricordo del periodo trascorso e certamente l'esperienza lascerà dei segni naturali nei protagonisti che rimangono, Una scena su tutte rende la disperazione e la gioia di un attimo in cui trapasso è inevitabile: la corsa del ragazzo verso la morte, davanti alle visioni di persone ormai indistinguibili per lui.
Una storia corale con suo cuore centrale, ottimamente resa
Una bella regia quasi invisibile, e questo attengiamento serve per l'insieme dei personaggi che fanno vivere la storia
Blanc fa il suo personaggio un po' spinoso, ma determinato ebravo come sempre
Si possono muovere critiche, ma l'attrice la sa fare eccome, basta certamente saper scegliere i ruoli ed esserne convinte, le critiche faziosi che vengono da destra fanno solo pena, portando in campo l politca e le scelte di vita personali, che non hanno a che vedere con il lato artistico
Bravo, è riuscito ad entrare nel suo ruolo senza mezzi termini
Finalmente la figlia del grande Gerard ha saputo imporsi e dimostrare che sa anche recitare
La delicatezza del tocco e qui c'è veramente tutta
Ruolo marginale dell'americano, ma centrato bene
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